Bike sharing, il significato di condividere nel 2023

Bike sharing, qual è il significato di un termine ormai noto a gran parte di noi, almeno in teoria, in pratica assai più sfumato visto che nelle grandi città stenta ancora a decollare? Ecco un articolo-panoramica sul tema.

Cos’è il bike sharing e come funziona?

Il bike sharing è un rivoluzionario sistema di trasporto che consente agli utenti di noleggiare biciclette per brevi spostamenti. Questo sistema è diventato sempre più popolare negli ultimi anni, in quanto offre un modo facile, conveniente ed economico per spostarsi in città. Il bike sharing funziona consentendo agli utenti di individuare una stazione di biciclette vicino alla loro destinazione, controllare una bicicletta dalla stazione utilizzando il proprio smartphone o carta di credito e quindi restituire la bicicletta in qualsiasi altra stazione al termine della corsa. Utilizzando questo sistema, gli utenti possono risparmiare tempo e denaro pur godendo dei vantaggi del ciclismo in modo sicuro ed efficiente.

I vantaggi del bike sharing per la mobilità urbana e la vita sostenibile

Il bike sharing è diventato un modo sempre più popolare per spostarsi in città, offrendo una modalità di trasporto comoda e sostenibile. Utilizzare il noleggio bici comporta perlomeno tre vantaggi diretti. 

1)riduce la congestione del traffico;   

2)riduce l’inquinamento atmosferico; 

3) migliora la salute pubblica.

Il bike sharing offre anche la comodità di poter ritirare una bicicletta in qualsiasi momento, senza doversi preoccupare del rimessaggio o della manutenzione. Questo lo rende una scelta ideale per le persone che vogliono rendere i loro spostamenti quotidiani più efficienti ed ecologici.

Un mezzo rivolto soprattutto a chi ha basso reddito. Inoltre, i sistemi di bike sharing possono essere utilizzati come alternativa economica al trasporto pubblico in molte aree, rendendoli particolarmente attraenti per coloro che hanno redditi più bassi o vivono in zone rurali dove l’accesso al trasporto pubblico è limitato. Con i suoi numerosi vantaggi, il bike sharing sta diventando una scelta sempre più popolare per la mobilità urbana e la vita sostenibile.

Bike sharing, quale scegliere

  • Station-based: il bike sharing a stazioni fisse prevede che le biciclette in condivisione siano posteggiate all’interno delle stazioni ben visibili e accessibili, generalmente vicine ai luoghi più frequentati della città o alle fermate dei mezzi pubblici. Questo significa che, una volta arrivati alla destinazione, la bici andrà parcheggiata all’interno di una delle stazioni disponibili e dovrà essere bloccata. Il sistema station-based implica quindi stalli riservati che consentono una prenotazione preventiva e nei quali il mezzo deve essere riconsegnato per terminare il noleggio;
  • Free floating: la postazione di bike sharing a flusso libero, invece, prevede che le biciclette siano posizionate in giro per la città e possano essere parcheggiate liberamente in qualsiasi posto, anche lontano dalle stazioni. Non è dunque necessario riconsegnare il mezzo in una stazione specifica, ma basta bloccarlo una volta terminato l’utilizzo. In un sistema free floating, la bici può quindi essere prenotata sul momento e rilasciata in un qualunque punto della città, senza bisogno di raggiungere le apposite rastrelliere.

Quale bike sharing scegliere? La scelta tra bike sharing a stazioni fisse e bike sharing a flusso libero dipende dalle esigenze dalla città in cui si vive. Se cerchi un bike sharing che ti consenta di spostarti liberamente da un posto all’altro della città, senza doverti preoccupare di trovare una stazione in cui riconsegnare il mezzo, allora il sistema free floating fa al caso tuo. Se, invece, preferisci un bike sharing che ti consenta di pianificare in anticipo i tuoi spostamenti e di scegliere una stazione vicina alla tua destinazione, allora quello che fa per te è il servizio station-based.

I numeri della sharing mobility (macroarea)

Per una volta cerchiamo di inquadrare il tema del bike sharing analizzando anzitutto la macroarea del vehiclesharing: car, scooter, bike e monopattino. I numeri tornano a salire come nel periodo pre-pandemia: i viaggi realizzati in sharing mobility nel 2021 sono stati in tutto 35 milioni circa, + 61% rispetto al 2020 e il 25% in più del 2019. I dati emergono dal Rapporto sulla sharing mobility presentato in occasione della 6° Conferenza Nazionale della Sharing Mobility, “Lesscars: drive the revolution”, organizzata dall’Osservatorio Sharing Mobility, network di monitoraggio che mette in rete operatori di servizi di mobilità condivisa, Enti Locali, Istituti di Ricerca e associazioni.

Micromobilità. Molto interessante il dato dei noleggi: l’83% di questi si effettua solo su un veicolo di micromobilità. Continuano a crescere anche le flotte di sharing mobility che diventano sempre più “leggere”, piccole ed elettriche, passano dagli 84,6 mila veicoli del 2020 ai circa 89 mila veicoli nel 2021, ripartiti tra monopattini (51%), bici (31%), scooter (10%) e auto (7%) e i veicoli elettrici salgono dal 63% al 77% nell’ultimo anno.

Effetto green e città virtuose. La sharing diventa sempre più green, con il 94,5% dei veicoli in condivisione a zero emissioni. Cresce anche il fatturato del settore, arrivato a 130 milioni (+ 52% rispetto al 2020).  Le città simbolo di questa rivoluzione continuano ad essere Milano e Roma, ma anche Palermo e Napoli stanno scalando le classifiche, confermando quindi una crescita del settore nel centro-sud.

Bike sharing, numeri in ‘stasi’ nonostante la buona pratica di condividere 

Se la macroarea della sharing mobilità cresce, purtroppo i numeri dell’infrastruttura ciclistica sembrano rimanere in stasi, nonostante buona parte della cittadinanza avverta l’impellenza, l’urgenza di un servizio all’altezza delle grandi città in cui dovrebbe essere erogato. L’offerta di bikesharing in Italia nel 2021 retrocede rispetto all’anno precedente a causa di una ricalibrazione delle flotte nelle grandi città e la transizione verso nuovi bandi.

Bike sharing

Eppure tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, in particolare nelle grandi città dove gli stessi operatori dei servizi di monopattino-sharing arricchiscono la loro flotta con migliaia di bici elettriche, il bikesharing ha compiuto un ‘rimbalzo’ rispetto al 2020 sul fronte della domanda: +56% per il bikesharing free-floating con 4,6 milioni di noleggi e + 22% con 3,4 milioni di noleggi per il bikesharing station-based. Un trend particolarmente visibile a Roma e Milano, dove i noleggi rispettivamente aumentano del 90% e del 157% da gennaio a giugno del 2022.

Monopattini, più sono odiati e più si usano

Bene, davvero molto bene il comparto ‘mono’ nonostante le forti pressioni mediatiche sempre e solo sul fattore pericolosità, esercitate di continuo  sull’opinione pubblica. Il 2021 certifica la forte diffusione dei servizi di monopattino-sharing, segmento della sharing mobility che da solo ha registrato la metà dei noleggi totali realizzati in Italia (17,9milioni), più che raddoppiando la performance dell’anno precedente con un’offerta di oltre 35 mila monopattini.  Alle 24 città dove il servizio era attivo nel 2020 se ne sono aggiunte altre 15 nel 2021 (Benevento, Brindisi, Cagliari, Catania, Frosinone, Grosseto, Imperia, Novara, Padova, Palermo, Piacenza, Prato, Ragusa, Reggio Emilia, Teramo).

Alla fine ne resterà solo uno!

Un po’ come in Hihglander, tra bike e mono in sharing alla fine potrebbe rimanerne solo uno: le due ruote lente. Nonostante la domanda dei monopattini sia sempre con numeri all’insù, infatti, fioccano leggi e leggine che stringono la vite attorno alle regole da rispettare in strada (ad esempio rendendo obbligatori frecce e casco), generando un malcontento tra gli under 18, veri e propri utilizzatori finali del mezzo. Questo non significa che debba permanere il far west come avvenuto in molti casi (uso in coppia di un unico monopattino e del marciapiede riservato ai pedoni), ma i provvedimenti messi in campo, piur se a fin di bene potrebbero ripercuotersi sul futuro di questo mezzo di mricomobilità.

Ma se Atene piange Sparta non ride: sul bike sharing siamo in forte ritardo, soprattutto per quanto riguarda infrastrutture, cultura in strada e tariffe, ancora troppo care nonostante il settore si rivolga soprattutto a chi la bici non vuole comprarsela affatto, usandola per l’ultimo miglio. In proposito diverse amministrazioni hanno indetto nuovi bandi, così da rendere il settore più competitivo.

 

 

 

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