Città 30, la gente si MobilitARS: presentata proposta di legge

Le Città 30 compiono un passo in avanti grazie alla proposta di legge presentata nel corso della terza edizione di MobilitARS, il simposio formativo svoltosi a Bologna dal 4 al 6 maggio scorsi e organizzato dalla Fondazione Michele Scarponi in collaborazione con Bikenomist. L’evento ha visto il patrocinio e il sostegno della Città metropolitana, Comune di Bologna e RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile.

La proposta di legge

A Palazzo d’Accursio è stata presentata la proposta di legge nazionale sulle Città 30 in Italia: norme per lo sviluppo delle “Città 30” e l’aumento della sicurezza stradale nei centri abitati, promossa dalle associazioni Legambiente, FIAB, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Amodo, Clean Cities, Asvis, Fondazione Michele Scarponi.

Il tutto a cura di Andrea Colombo, ex assessore alla Mobilità di Bologna ed esperto di mobilità sostenibile e sicurezza stradale, ospite spesso su questo blog.

A conclusione di tre giornate di incontri di formazione si sono confrontati amministratori locali di centrodestra e centrosinistra e parlamentari sia di maggioranza che di minoranza.

Di seguito la sintesi (in formato pdf) della proposta.

Qui la proposta di legge in sintesi.

Il testo presentato a MobilitARS si compone di 18 articoli ed è strutturato in sei Titoli: oggetto e finalità, revisione delle norme di comportamento sulla velocità, adeguamento dell’infrastruttura stradale, potenziamento dei controlli, educazione, informazione e comunicazione, disposizioni finali.

Città 30 messa nero su bianco. Quattro i punti con cui viene introdotta (per la prima volta)  una definizione normativa di Città 30:

  1. l’applicazione generale del limite massimo di velocità di 30 km/h su tutte le strade urbane salvo soltanto quelle a scorrimento veloce a 50 km/h;
  2. l’adeguamento dell’infrastruttura stradale per la moderazione del traffico e della velocità;
  3. il rafforzamento dei controlli sul rispetto delle regole di comportamento in strada;
  4. campagne di educazione, informazione e comunicazione rivolte alla cittadinanza e a tutti gli utenti della strada.

Viva l’Inghilterra: gerarchia delle responsabilità!

La proposta di legge prende spunto dal Codice della Strada del Regno Unito e introduce il principio di gerarchia delle responsabilità degli utenti della strada. In pratica i conducenti dei veicoli che, per massa e velocità, possono causare i danni maggiori in caso di collisione hanno la massima responsabilità nel prendersi cura e ridurre il pericolo per gli utenti più vulnerabili della strada. Vale in particolare per i guidatori di veicoli a motore tra loro in proporzione e verso gli utenti non motorizzati, e per i ciclisti verso i pedoni.

Addio ai 50km/h salvo “Zone 30”. Il cuore della proposta è l’inversione fra regola ed eccezione nei limiti di velocità urbani rispetto ad oggi: al posto dei 50 km/h validi in generale salvo le “zone 30”, la norma in città obbliga al rispetto dei 30 km/h (in tutte le strade classificate dai Comuni come di quartiere, interzonali e locali), salvo solo gli assi di scorrimento veloce a 50 km/h (strade che devono avere almeno quattro corsie, due per ogni senso di marcia).

Tempi previsti. La proposta di legge dà ai Comuni un anno di tempo per introdurre i nuovi limiti dentro il centro abitato e nello stesso tempo li dota anche degli strumenti necessari, con forti semplificazioni rispetto alla normativa attuale e fondi ad hoc.

Da sinistra: Valentina Orioli (assessora alla Mobilità felsinea), Luca Polverini (consigliere nazionale Fiab), Francesco Ferrante (vice presidente di Kyoto Club), Enzina Fasano (presidente Salvaiciclisti Roma) e Marco Scarponi (segretario generale della Fondazione Michele Scarponi)

Libera installazione di autovelox

Ampliata la possibilità di usare la tecnologia per i controlli. Gli autovelox potranno essere montati senza più autorizzazione del Prefetto e non più solo in caso di incidenti già avvenuti, ma anche in via preventiva.

L’uso delle telecamere viene esteso ad altre violazioni pericolose, come la guida al cellulare o la mancata precedenza sulle strisce pedonali.

Città 30 e obblighi dei Comuni: dalla destinazione dei fondi statali alle ZTL

Gli amministratori dei Comuni dovranno darsi una mossa e stare più attenti rispetto a prima. Sono Diversi gli impegni contratti in questo senso.

Fondi statali. Stabilito che almeno il 15% dei fondi stanziati nel bilancio dello Stato per il Piano nazionale della sicurezza stradale dovranno essere destinati ogni anno ai Comuni specificamente per applicare la Città 30, finanziando ad esempio la segnaletica e gli interventi infrastrutturali di moderazione del traffico e della velocità.

ZTL e adattamento automatico della velocità. Gli stessi Enti Locali potranno limitare il traffico adottando maggiori Zone a Traffico Limitato e altre misure analoghe, non più soltanto per le tradizionali esigenze di tutela dall’inquinamento, ma anche per finalità preventive di riduzione della quantità e gravità di scontri e investimenti stradali in città. Potranno anche obbligare l’installazione a bordo del veicolo di sistemi di adattamento automatico della velocità ai limiti presenti in strada.

Campagne di Comunicazione. Comuni dovranno realizzare attività e campagne di educazione, informazione e comunicazione pubblica rivolte a tutta la cittadinanza e a tutti gli utenti della strada in materia di sicurezza stradale, di mobilità sostenibile e di applicazione della Città 30.

E adesso la pubblicità

Anche lo Stato è chiamato a fare la sua parte. Seguendo l’esempio della Francia, la proposta di legge prevede in questo senso che le pubblicità delle automobili dovranno contenere anche un messaggio promozionale per incoraggiare la guida sicura e l’uso della mobilità sostenibile. Prevista una  rotazione tra questi contenuti:

«Per i tragitti quotidiani usa i mezzi pubblici»

«Per gli spostamenti brevi in città, scegli di camminare o andare in bicicletta»

«Prendi in considerazione l’uso condiviso dell’auto»

«Quando guidi, rispetta i limiti di velocità, non distrarti e da’ sempre la precedenza»

Strade democratiche

«Da quando è nata, la nostra Fondazione si è impegnata per rendere le strade più democratiche, più fruibili da bambini, anziani, disabili, farle tornare ad essere spazio pubblico, di tutte le persone», ha detto Marco Scarponi, segretario generale della Fondazione Michele Scarponi. «Crediamo fortemente in questa proposta di legge che arriva al culmine di MobilitARS, dove abbiamo ascoltato professionisti ed esperti confrontarsi sul tema della mobilità sostenibile sotto molteplici punti di vista. Ci hanno portato esperienze da diverse città di Italia, d’Europa, fino agli USA. Abbiamo toccato con mano quanto sia possibile, con l’impegno di istituzioni,  amministrazioni e cittadini, rendere le città più sicure e più belle da vivere». 

«Il Comune di Bologna sostiene con convinzione la proposta di Legge Nazionale sulla Città 30, che risponde alla necessità di un approccio integrato al tema della sicurezza stradale. La Città 30 in effetti è molto più di un progetto sulla sicurezza stradale: è una visione della città», commenta Valentina Orioli, assessora Nuova mobilità e Infrastrutture del Comune di Bologna.

Anche Simona Larghetti, consigliera metropolitana di Bologna con delega alla Mobilità Ciclistica. è convinta che serva una legge nazionale «per dare una mano ai territori e rendere omogenee le regole di circolazione». Purtroppo l’emergenza dei morti in strada non riguarda solo Bologna: «Tutta l’Italia deve ripensare il modo di muoversi e adeguarsi alle strategie che stanno producendo ottimi risultati in molte città e paesi europei».

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