Pessimi i dati sulla sicurezza stradale lanciati in queste ore da Asaps, l’Osservatorio degli Amici della Polizia Stradale. Stando al report a cura della sezione ‘pedoni’ in Italia muore un pedone ogni 14 ore.
Il report registra gli incidenti rilevati dalle Forze di Polizia e dalle Polizie Locali nei quali sono coinvolti gli utenti più “vulnerabili” della strada. Avvertenza: i dati sono provvisori e non ricomprendono i decessi avvenuti in ospedale a distanza di tempo. Comunque i numeri sono da mattanza, c’è poco da aggiungere. Anzi no: analizziamo il dettaglio di come avvengono queste stragi (annunciate): da una parte socialmente interessante, dall’altro moralmente deprimente.
A gennaio in Italia sono morti 51 pedoni: 13 donne e 38 uomini. I numeri sono stati raccolti tra i referenti di Asaps sul territorio nazionale e dai mass-media, e sono definiti ‘parziali’.
Analizzando gli anni pregressi occorre distinguere il 2020 con 59 morti (mese ancora ante-Covid) e il 2021 con le chiusure per la pandemia, una minore circolazione dei veicoli (ma tu guarda!) e 30 decessi (dati consolidati da ISTAT) e all’anno 2022 (dati ancora non consolidati) con 31 pedoni morti. Insomma: la situazione «è in peggioramento».
Prendersela solo con il buio ormai non basta più!
Asaps osserva come in gennaio incida senz’altro «il fattore della minore visibilità a causa delle giornate più corte». Ma lo comprendiamo tutti da noi che la motivazione ci entusiasma fino a un certo punto. C’è buio? Rallenta, no?
Coinvolta ogni fascia di età. Tre dei deceduti avevano meno di 18 anni, le vittime più piccole avevano infatti 4, 10 anni e 16 anni, quasi tutti investite sulle strisce in compagnia di parenti (!). Ma è tra gli ultra65enni che è avvenuta ancora una volta una vera strage, con 22 decessi in un mese. Il più anziano 88enne ad Olbia, morto anch’egli sulle strisce pedonali. In pratica chi esce di casa e ha più di 65 anni e va a piedi ha un rischio altissimo di essere investito rispetto ai più giovani, con oltre il 40% dei casi individuati dall’Osservatorio Pedoni 2023. Ben 7 i casi di pedoni investiti e uccisi mentre andavano a gettare il sacco dell’immondizia vicino casa, soprattutto nelle ore serali e notturne. «Si conferma perciò un altissimo rischio per i pedoni che hanno superato i 65 anni, dotati di minori riflessi, lentezza nei movimenti e soprattutto percezione del pericolo in modo limitato, rispetto ad una persona più giovane».
Lazio ( e Roma) maglia nera
All’inizio dell’anno le Regioni più a rischio per i pedoni sono risultate il Lazio con ben 10 pedoni morti, (di cui 6 solo a Roma!) seguita da Emilia Romagna e Lombardia con 7 morti, Campania con 5, Calabria e Toscana con 4 decessi.
“Cinquantun morti in un solo mese sono una enormità: come se in Italia fosse sparito un condominio di 5 piani – commentano dall’Osservatorio Pedoni Asaps – e la scia di sangue non accenna a diminuire». E non che a febbraio si sorrida: guardate qua sotto.
In compenso però siamo bravi a mettere la sordina ai nostri strumenti di controllo, appellandoci disperatamente all’ultimo cavillo possibile. Nel frattempo sui media (nazionali e locali) impazzano autentici reportage di guerra, non certo notizie di cronaca dalla capitale (e dintorni) di uno dei Paesi più industrializzati al mondo.
Godiamoci dunque TicinoLive, quotidiano on line dalla Svizzera italiana: intanto che noi continiuamo a raccontare di pedoni uccisi e mangiati dalla strada come fossero su una grande scacchiera umana, i nostri colleghi di redazione ticinesi ci raccontano del.. Savonarola. Meno, assai meno (anzi niente) di eventuali nostri connazionali assurti alle cronache locali per condotte di guida obsolete. Italiani brava gente (altrove).