Violenza stradale, urge una pacificazione e «la moratoria per le armi va estesa anche alle auto condotte in un certo modo», le quali «non sono più mezzi di spostamento ma, appunto, mezzi che uccidono». Alfredo Giordani di Vivinstrada Roma si ‘arma’ solo della logica stringente e lo fa nel corso della manifestazione nazionale ‘Sulla Strada in Sicurezza‘, manifestazione nazionale organizzata dalla rete di associazioni Vivinstrada e che si è svolta sabato 21 maggio a Piazza Santi Apostoli a Roma.
Nel manifesto che caratterizza l’evento il messaggio è chiaro: «Sono passati oltre due anni dalla grande manifestazione nazionale per la prevenzione stradale di Roma 2020, ma la strage stradale non accenna a diminuire, né tantomeno a fermarsi, come era negli obiettivi e le speranze che accompagnarono l’iniziativa. Dalla data della manifestazione a oggi abbiamo dovuto invece contare ancora oltre 4000 vittime e migliaia di feriti gravi e invalidi permanenti. Il nostro accorato appello purtroppo è caduto ancora nel vuoto!».
Alla manifestazione erano presenti anche familiari delle vittime della strada, che lamentano l’assenza di controlli da parte delle istituzioni e pene ancora troppo leggere per chi compie reati di questo tipo. Per fare tornare le auto mezzi di spostamento, questo l’auspicio degli organizzatori, «servono cultura, infrastrutturazione e presenza delle Forze dell’Ordine». A Paolo Ciani, consigliere e delegato dal sindaco Gualtieri, le associazioni hanno consegnato le richieste specifiche e urgenti per frenare questa guerra che continua a mietere vittime ogni giorno.
Per Roberto Cavallini di Fiab Roma Ruotalibera sono almeno tre i punti su cui si deve intervenire e presto: «l’applicazione del Codice della Strada, il completamento delle giunzioni delle varie corsie e piste ciclabili esistenti e la programmazione di questi benedetti 54 chilometri di piste ciclabili da realizzare con i fondi del Pnrr».
«Cosa sta facendo per Roma per convincere le persone a lasciare a casa auto e moto?», si chiede Claudia Provenzano, presidente di Fiab Bici Pa, scesa anch’essa al fianco di Vivinstrada.
L’associazione è nata dall’idea di un gruppo di dipendenti della pubblica amministrazione che condividono l’idea dell’utilizzo della bicicletta come principale mezzo di trasporto per gli spostamenti casa-lavoro, casa-scuola e tempo libero.
Tra le richieste dei manifestanti alcune attività che porterebbero risultati nel medio e lungo periodo: tra queste la responsabilità proporzionale, ovvero l’obbligo di porre maggiore attenzione alla guida, con relativa distribuzione di responsabilità in base alle dimensioni (del mezzo) e al potenziale ‘offensivo’ dell’utente della strada. Un provvedimento introdotto di recente in Gran Bretagna. Che la guida ‘all’inglese’ possa salvarci?