Andare a scuola in bici con i propri figli è un’emozione che davvero non ha voce. Guardate, non basta neppure la citazione di Adriano Celentano (su testi e musiche dei grandi Mogol e Gianni Bella) per spiegare cosa si possa provare a mollare l’auto e usare la due ruote. Perlomeno una o due volte a settimana. Ne parliamo con Chiara Spina e Diego Casertano, che insieme hanno dato il via al bike to school al Torrino grazie anche alla loro pagina Facebook Pedalare Torrino e dintorni.
Numeri alla mano, un quadrante denso come la metà di Pavia o di Cremona. Tutt’altro che semplice da coinvolgere, ma Chiara e Diego ce la mettono davvero tutta. E i risultati cominciano a vedersi, nonostante andare a scuola in bici in inverno non sia un virus proprio a diffusione rapida come purtroppo lo è il Covid.
Come nasce il bike to shool a Roma Sud? Dite la verità: vi hanno dato una botta in testa? Se sì chi ve l’ha data, così lo portiamo in giro anche in altri quartieri e città d’Italia?
«Macché botta in testa, la verità è che siamo ciclisti e cicloattivisti: questo è all’origine di alcune iniziative di cui ci occupiamo nel quartiere e, più in generale, all’interno del nostro Municipio. Amiamo la bici, organizziamo uscite e facciamo parte dell’associazione Salvaiciclisti. Quindi è stato tutto naturale. All’inizio abbiamo provato a realizzare anche un progetto più strutturato, coinvolgendo la scuola di riferimento (La Matteo Ricci – Elementari e Materna – , il plesso che si trova in Via Fiume Giallo, ndb) e istituzioni varie. Però poi ci sarebbero state molte formalità».
Quindi avete iniziato di vostra spontanea volontà?
«Sì, partendo dalle persone interessate. Alla scuola abbiamo solo chiesto l’installazione di una rastrelliera».
Un po’ come l’allunaggio con gli astronauti che piantano la bandiera a terra?
«Beh, quantomeno adesso la struttura c’è. Rappresenta un piccolo spazio a disposizione delle bici: simbolicamente è importante».
Quanti sono i bambini coinvolti?
«Al momento sei, ma in aumento».
I genitori si fidano oppure il vostro Bicibus è già partito in salita?
«Sì, partendo dalle persone interessate e contando sul supporto di Mauro Piacentini. E’ un ciclista esperto e da anni si occupa di promozione del Bike To School. Scorta sapientemente la carovana di piccoli ciclisti e genitori».
Quindi la bici, almeno in questo caso specifico, la rimediate voi così contagiate qualcun altro con il virus benefico?
«Esatto».
Siate sinceri: quando arrivate a scuola la gente vi guarda come dei marziani.
«Quando siamo con i bambini in strada notiamo che gli automobilisti si fermano addirittura venti metri prima, a differenza di quando ci troviamo in gjro solo noi adulti. Hai presente no, quando sei solo in strada e senti l’auto che scalpita, che sgomma dietro… . Invece, quando vedono i bambini si fermano tutti! Insomma: siamo alieni, ma siamo vivi!».