After Pandemic Cycling è un road movie che andrà in onda ogni domenica alle 20,30 sull’omonimo canale YouTube a partire dal 12 settembre. L’obiettivo è tanto tangibile quanto difficile da perseguire: portare una ventata di positività perché, nonostante tutto, è ancora possibile – anzi doveroso – staccare la spina dall’alta tensione a cui siamo sottoposti ormai da tempo a causa della pandemia. APC è un progetto articolato in 14 puntate e a cura del filmaker napoletano Alberto Vincenzo De Rosa, che in sella alla sua gravel si è messo sulle tracce della vita lenta ormai dispersa.
Alberto lo ha fatto pedalando lungo la Via Silente, un sentiero meraviglioso che in poco meno di 600 km, suddivisi in 15 tappe, attraversa l’intero territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Un filmaker folgorato sulla via del silenzio e del cicloturismo che fa? Gira come se non ci fosse un domani, ovvio, e racconta tutto in prima persona e in inglese. Un’esigenza, quest’ultima, imposta anche per raccontare le bellezze nostrane, vissute a due ruote, a un mercato straniero che vorrebbe sempre più sussurrare al nostro orecchio, ma che in cambio chiede da tempo servizi e infrastrutture all’altezza.

Alberto, partiamo con la domanda più banale possibile: cosa ti ha spinto a realizzare questo lavoro?
«Anzitutto la speranza che si vada verso una società sempre più eco-friendly, ma più che altro mi ha spinto la mia motivazione personale. Mi piace andare in bicicletta da ciclista urbano: purtroppo come cicloviaggiatore ho sempre avuto poco tempo a disposizione e a un certo punto ho deciso anch’io di uscire da questo momento così difficile per tutti».
Perché lo hai fatto lungo la Via Silente?
«In primis perché vivo a Napoli e quindi la scelta è ricaduta su un percorso vicino. Poi perché ne avevo sentito parlare a lungo».
Quanto è durato il periodo di riprese?
«Dal 6 al 22 giugno».
Con quale tecnologia hai girato?
«Con un’Insta 360 One R, alcune inquadrature sono state davvero possibili grazie alla follia dei software e delle tecnologie che si producono ultimamente».
Il trailer di APC si apre con la lunga carrellata che ritrae una folta vegetazione dal basso verso l’alto. Un lungo piano sequenza in cui simboleggiare le piccolezze dell’uomo di fronte alle grandezze di madre natura?
«Beh, nei vari episodi c’è anche un riferimento a questo. Si tratta di un viaggio spirituale, compiuto sempre a bordo della mia gravel. È realizzato sulla base di quello spirito di pace, di condivisione e di libertà che ogni ciclista e ogni viaggiatore puro conosce».
Ora che hai terminato girato e montaggio cosa pensi di poter restituire a chi vedrà il racconto online?
«Te la dico dal punto di vista del ciclista urbano: credo di poter restituire la calma».
La calma?
«Sì, perché l’uso della bicicletta lo trovo molto più rilassante rispetto a qualunque mezzo alimentato da un motore a scoppio. Sia chiaro: a me piace guidare, soprattutto sulle lunghe distanze, ma quell’effetto di calma che mi dà la bici… Purtroppo viviamo immersi in tremila ansie personali, ma che spesso ci distolgono dall’essenzialità della vita».
Visto che questo modello funziona, ci scommetteresti 20 euro sul suo utilizzo anche nella tua città?
«Percepisco che già adesso c’è molta più gente pronta a spostarsi utilizzando una modalità del genere di quanta effettivamente lo faccia. Grazie alla bici, elettrica o muscolare, puoi tagliare dei costi davvero importanti».
Meraviglioso mi viene voglia di partire subito. Un nuovo modo per riscoprire il territorio in armonia con la cultura dei suoi abitanti. Mai come in questo progetto si coglie il bisogno di ritornare alla natura al silenzio e alla lentezza. Qui è ora…pedalando lungo una terra bellissima tutta da scoprire con gli occhi di chi la conosce. Piano senza fretta…
Effettivamente, Cecilia, si sta sdoganando il concetto che sei va forte sei uno in gamba e se vai piano sei uno sfigato. Merito di questi pionieri. 😊😊
A nome di tutta l’associazione Via Silente ringraziamo Alberto per il suo straordinario lavoro . Un regalo prezioso per noi e per quanti amano pedalare guardandosi attorno
Pur non facendo parte della vostra Associazione mi associo. Raccontare queste bellezze attraverso il road movie credo sia un atto d’amore.