Andare in bicicletta, aderiamo alla Giornata Internazionale del 3 giugno con il bike to school ma siamo ancora all’anno zero

Andare in bicicletta, giovedì 3 giugno sarà la Giornata Internazionale delle due ruote e Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) aderisce con l’iniziativa ‘Tutti a scuola in bici,‘ dedicata al Bike to school o, più in generale, all’esigenza di recarsi in classe in modo salutare e consapevole.

Da tempo, infatti, Fiab e Sip (Società italiana di Pediatria) sostengono a gran voce questa buona pratica per alunni, studenti e famiglie. Pedalare, oltre a essere un’abitudine salutare e da poter praticare soprattutto in tempi di restrizioni e distanziamenti da pandemia, salvaguarda anche l’ambiente. Sul blog, in proposito, ho realizzato diverse dirette e interviste con i più importanti addetti ai lavori e con le associazioni che ogni giorno spingono il bike to school. Una serie di interventi che evidenziano come questo tema non sia ancora sentito da gran parte delle famiglie italiane. E ora vi spiego il il perché.

Promuovere l’utilizzo delle bicicletta in età pediatrica, una sfida da vincere (Photo Credit: tRiciclo – Bimbi a Basso Impatto)

A frenare è il solito cocktail mix all’italiana di pigrizia mentale e sottocultura televisiva. Quest’ultima, poi, è basata sul continuo bombardamento pubblicitario di alcune case automobilistiche che raggiunge, purtroppo, uno spettatore medio italiano ancora passivo e dunque non in grado di emettere un feedback, una reazione anche oppositiva come descritto invece nei modelli Shannon-Weaver che ti fanno studiare all’Università. In pratica, lo spettatore – perlopiù già autocentrico di suo – non riesce a uscire dal comodo guscio a quattro ruote, anzi ci sguazza, e vedendo in Tv un crossover o un suv girare indisturbati nei vari centri-città deserti (Davvero?? Ma quando mai!!) si alza dal divano inorgoglito. Starà sempre lì a gonfiarsi il petto, rassicurato dal fatto che lui è sempre ‘in’ e non ‘out’ group. Ma oltre a questa spiegazione socio-comportamentale, aihmè, c’è dell’altro.

Un’altra componente importante è rappresentata dalla sfiducia di base che le famiglie nutrono nei confronti delle istituzioni, siano queste centrali o locali. D’altronde ci sta, soprattutto se troppe volte dai l’impressione di preoccuparti di un tema come il #biketoschool solo in campagna elettorale, o comunque non in maniera continuativa. La gente lo annusa, lo annota e ‘ti tana’. Poi ci sono quei rappresentanti di Enti Locali (Regioni e Comuni) che cedono di schianto alle pressioni di alcuni raffazzonati comitati di quartiere, pochi per fortuna, capaci di raccogliere firme al banchetto pur di non creare una strada scolastica che bloccherebbe il (loro) traffico veicolare. Follia tipicamente nostrana, il nostro peggior Made in Italy che grazie a Dio non riusciamo proprio a esportare e che nessuno vuole davvero copiarci.

Strade scolastiche, scacco matto in 3 mosse

E allora mi tornano in mente gli interventi di Matteo Melotti di Cinnica, di Ika Arkel di tRiciclo – Bimbi a Basso Impatto e della collega Linda Maggiori de Il fatto Quotidiano, nostri recenti ospiti in diretta sulla Home del Gruppo Facebook proprio sullo spinoso tema delle strade scolastiche e che riporto di seguito. Grazie a loro abbiamo buttato giù il vademecum per dare scacco matto in sole 3 mosse all’automobilista incallito, quello che non rinuncia al mezzo nemmeno negli ultimi 150 metri.

1) all’inizio crei l’iniziativa su una strada secondaria, quindi non inimicandoti la ‘ggente’ fin da subito perché hai bloccato loro la strada principale;

2)ti rivolgi al quartiere/Municipalità e non al Comune; coinvolgi le famiglie attraverso una vasta campagna di comunicazione;

3) fai gestire la strada scolastica appena realizzata alle istituzioni, ufficialmente super partes, e non ai cittadini stessi.

In questo senso allora, bene, anzi benissimo, l’iniziativa portata avanti da Fiab proprio nella giornata considerata (istituzionalmente) più rilevante per la bici. «Purtroppo in Italia – le parole del presidente FIAB, Alessandro Tursi – la grande maggioranza dei bambini non ha il diritto di andare a scuola con le proprie gambe, a differenza dei loro coetanei europei, anche quelli di paesi dai climi particolarmente rigidi. La nuova sensibilità sul tema salute imposta dal Covid può essere occasione per cambiare abitudini sbagliate e dannose per i nostri figli. E sono i medici a affermarlo prima ancora di FIAB». A proposito, tutte le iniziative in programma per la Giornata internazionale della bicicletta sono presenti sul portale andiamoinbici.

Adoro questo spirito ‘da basso’ su un tema così condivisibile soprattutto della gente comune, che noi addetti ai lavori dovremmo provare a raccontare ogni volta che viene realizzato. Magari, per una volta, spostandolo nell’apertura dei telegiornali, in testa di pagina nei capocronaca dei quotidiani cartacei, in alto a sinistra nelle edizioni online e in evidenza all’interno di un blog.

La mobilità ciclistica e attiva rientra nelle azioni che città e Stati possono promuovere per raggiungere gli obiettivi dello sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030 dell’ONU. Ricordiamocelo tutti un po’ più spesso, per favore!

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