Bicicletta in strada, anche con la mountain bike ecco come uscire illesi da una rotatoria

Come uscire indenni/illesi in bicicletta se siete su strada e state per affrontare una rotatoria, magari in mountain bike? Ecco di seguito qualche consiglio dettato da una parte dall’esigenza di rispettare le regole comuni a chi si trova in strada e, dall’altra, dal semplice buonsenso e un po’ d’esperienza acquisita in anni di pendolarismo a due ruote.

Allora, con ordine. Ad ogni consiglio aggiungetevi mentalmente la dicitura ‘a mio modesto parere’, perché poi ognuno è libero di fare come crede. Nessuna scienza infusa ma consigli pratici, di tutti i giorni.

Primo: andare piano!

Anzitutto ANDATE PIANO (!). Trovo che sia sempre la prima regola, sia che alla rotatoria vi approssimiate uscendo da un sentiero sterrato, sia che vi troviate già in strada. Andare piano vi aiuta a calcolare il pericolo nel tempo necessario, c’è poco da fare. Inutile avere la miglior bici del mondo, montare le migliori gomme del mondo o disporre dell’assetto più performante possibile: se la vostra velocità d’arrivo è fuori scala queste dotazioni non potranno salvarvi, ma limiteranno soltanto eventuali danni.

In secundis, date la precedenza ai veicoli che la rotatoria già la impegnano. Questa è l’indicazione principale contenuta nel nostro Codice della strada, il quale tuttavia non prevede un paragrafo specifico per le rotatorie. Uno status quo che obbliga l’applicazione delle regole stradali già in vigore, come peraltro consigliano di fare diversi Corpi di Polizia Municipale Locali. Proprio questi ultimi, oltretutto, mettono in testa la riduzione della velocità (art. 141 c.3 del Codice citato).

Immissione e uscita. Una volta chiarito che chi va piano va sano e lontano, se si è vicini all’uscita utilizzare la corsia esterna, mentre quella interna la imboccheremo in caso di rotatoria a più uscite.  In buona sostanza, sarà importante seguire l’andamento curvilineo delle corsie, tranne quando quando ci sposteremo volutamente da una all’altra o vorremo uscire.

Rispettare i segnali

Altro aspetto fondamentale, non opzionale, è il rispetto dei segnali orizzontali (cartelli) e verticali (strisce pittogrammi etc). Quante volte ci ‘buttiamo’ in carreggiata anche noi confidando che chi sta dietro ci veda? E’ senz’altro un argomento delicato e che potrebbe indisporre le numerose associazioni di categoria (le quali grazie a Dio cominciano ad avere la visibilità che meritano dopo anni di oblio), epperò per seppellire l’ascia di guerra tra automobilisti e ciclisti o monopattisti c’è bisogno per forza della collaborazione di tutti. Io la vedo così da sempre: ricordiamoci che spesso gli automobilisti siamo anche noi, quindi demonizzare gli altri o, peggio, pensare di poter semplificare la materia dividendo tutto in categorie – oltretutto attribuendo a queste il ruolo di vittime o carnefici – è pura follia. Certo, difficile pensare a vittime della strada a causa di un ciclista o monopattista, ma questo è un altro tema.

Cambi di direzione e uscita. Sì,
ma con calma e segnalando

Per le auto (e di riflesso anche per le bici) i cambi di direzione vanno segnalati per tempo ed effettuati senza creare intralcio e pericolo per gli altri. Nel mezzo..c’è un mondo. Se chi è al volante ha tutto il tempo di abbassare la leva della freccia con il semplice e piccolo gesto di un dito, il ciclista ha invece bisogno di rendere visibile la sua intenzione solo e unicamente distendendo il braccio, a mò di freccia. Giusto.. ci sta.. logico.. etc.. ma farlo mentre si è in curva e con l’altro braccio si tiene saldo il manubrio.. è tutta un’altra partita. A salvarci, ancora una volta, sarà solo e unicamente la velocità di arrivo o di impegno corsia. Infatti un conto sarà effettuare la manovra a 45/50 km orari e un altro sarà farlo a 20km..Molto importante anche il contesto: se avremo una rotatoria di piccole dimensioni tutto sarà più agevole perché non sarà solo il ciclista a ridurre la velocità, ma anche chi sta in auto dietro e avanti a lui. Insomma, in questa circostanza tutto avverrà in tempi ragionevolmente lenti. L’uscita, infine, dovrà effettuarsi mantenendo sempre il margine destro.

Considerazioni finali

Ritengo che queste regole, non certo mie ma riprese dalle fonti più autorevoli in materia come Codice della Strada e Corpo di Polizia Municipali Locali, siano basilari e debbano essere sempre condivise da ciascun attore stradale. Anche da chi sta in mountain bike elettrica, che adesso comincia a diffondersi. Non è raro infatti trovarne agli incroci, lungo strade del centro caratterizzate ad esempio da sampietrini. Grazie alle loro doti su alture e sterrati, questi mezzi risultano comunque idonei anche su alcuni tratti in città. Stesse regole e consigli anche per loro.

L’aspetto più importante, ripeto, è che al di là del mezzo, aldilà della dotazione tecnica e della conoscenza delle regole del Codice della Strada, si tenga sempre a mente che non siamo né specie protetta (dando quindi per scontato che gli altri si accorgano di noi in qualsiasi momento) né ci troviamo dentro un abitacolo che possa proteggerci in caso di incidente. Insomma: cerchiamo di avere cura di noi e…occhi sempre alla strada!


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