Bike to work, il modello varato in Ferrari, ebbene sì.. la ‘rossa’, garantirà ai suoi dipendenti 20 centesimi per ogni chilometro percorso. A patto che con la bici si vada e si torni dal lavoro a Maranello e che non si superino i 50 euro al mese., calcolati secondo la app wecity. I contributi saranno erogati dalla Regione tramite il Comune.
La scelta presa dal Cavallino rampante ricalca quella di altre 12 aziende dislocate all’interno della provincia di Modena e molte altre che, laddove fossero interessate, potranno aderire al progetto. Per iscrivere i propri dipendenti che vogliono andare in bicicletta al lavoro ci sarà tempo fino al prossimo 30 settembre, basterà richiedere il tutto tramite il modulo sul sito del Comune.
Ora andare in bicicletta al lavoro sarà sempre più contagioso
Questi i fatti. Ora una breve riflessione, rivolta più che altro a chi non vede altra strada che proseguire la guerra tra ciclisti e automobilisti. Il bike to work è un progetto che viene da lontano, dovrebbe essere un diritto valido tutto l’anno e rivolto ad ogni classe sociale e fascia di età. Andare in bici è un diritto riconosciuto perfino dal nostro codice della strada, nonostante molti automobilisti, questo è vero, credano che i ciclisti siano un po’ come gli indiani da confinare nella loro riserva (ciclabile). E proprio qui sta, a mio avviso, la chiave di volta: se è la Ferrari stessa che propone di trasformare i suoi dipendenti da automobilisti a ciclomobilisti, allora mi illudo di osservare che siamo a buon punto. Sì perché il mittente non è un bike blogger, né un’associazione di cicloattivisti specializzata sul tema, piuttosto il produttore italiano di auto conosciuto in tutto il mondo.
La Ferrari è come la pasta e la pizza ( e più in generale la cucina italiana), Sofia Loren e Federico Fellini, come la Gioconda o l’Opera: in poche parole è il nostro miglior Made in Italy. Perciò, se il segnale di bike to work arriva da Maranello allora è logico attendersi iniziative simili ‘a cascata’. Intanto nel circondario, ma sappiamo come la bici sia diffusa da sempre a Modena e più in generale in Emilia, poi tra gli stessi produttori delle quattro ruote. E (perché no?) agli altri comparti. Utopia? Asini che volano? Può darsi, ne riparleremo tra qualche mese.
La bicicletta è ‘allegria!’
“La bicicletta è allegria” (definizione fornita dall’ingegner Edoardo Galatola, responsabile nazionale sicurezza Fiab, nel corso di una delle nostre dirette streaming sul gruppo Facebook a proposito del tema della sicurezza stradale, ndb) e come tale ci porta buonumore di fondo, leggerezza. Che di questi tempi salva il mondo.
In casa Ferrari le auto vengono costruite da persone e non da automobilisti o ciclisti. Che l’esempio di Maranello (Photo Credit: media gallery Ferrari), dunque, non rimanga isolato o, peggio, diventi un vezzo con cui l’imprenditore di turno si possa vantare di quanto sia ‘ecofriendly’ con gli amici al circolo di golf o di tennis. Ripartiamo dal basso, ripartiamo dalle cose semplici. Proprio come le due ruote.