Ciclisti e Sicurezza Stradale, nel Ddl quante salite: «Non aumentano i controlli, ma solo le sanzioni». Tutti i ‘No’ della Fiab

Ciclisti e Disegno di Legge sulla Sicurezza Stradale, quante salite in vista per chi ama pedalare! La Fiab, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, propone un’analisi schietta e sincera sulle nuove misure proposte. Testo e musica a cura di due ospiti ricorrenti sul nostro blog: Edoardo Galatola, responsabile sicurezza FIAB e membro del Centro Studi, e Andrea Colombo, consulente esperto di mobilità sostenibile, sicurezza stradale e spazio pubblico. Colombo è anche fautore di Bologna Città 30, che conferisce al capoluogo felsineo il ruolo di primo grande centro ad adottare questo limite tanto caro a chi si muove in modo sostenibile e attivo.

Ubriachi e drogati al volante: sarà davvero tolleranza zero?

Per Fiab andrebbe messo un punto interrogativo, visto che in realtà non sembrano aumentare i controlli, ma soltanto le sanzioni. «In Italia vengono effettuati sei volte meno alcoltest su strada rispetto alla Francia e alla Spagna. Inoltre gli incidenti con lesioni (dati MIT 2021) sono causati per il 4,4% da conducenti sotto l’effetto dell’alcol e per il 1,4% di droghe, per un totale di 180 morti su un complessivo di 3.159 nel 2022. È un problema, ma non certo la causa principale degli incidenti gravi».

Alcolock: come e quando?

Altro punto che fa arricciare il naso ai ciclisti riguarda lo strumento che impedirebbe di mettersi al volante per chi vuole guidare per forza pur se in stato di ubriachezza. Bene il «divieto assoluto di bere alcol per i neopatentati prima di mettersi al volante e l’obbligo per i recidivi dell’alcolock», ma le modalità di introduzione e di obbligo dello strumento sono considerate «vaghe». Per Fiab non sono chiari due punti: l’Alcolock «può essere azionato dal passeggero? Riguarderebbe un numero ristretto di persone, per cui resta un provvedimento sperimentale».

Guida senza patente

Scetticismo anche sulla possibilità delle rilevazioni per chi guida con lo smartphone e sull’inasprimento delle pene senza adeguati controlli. «Viene data enfasi al divieto di conseguire la patente fino a 24 anni per minorenni che guidano senza patente – osserva Fiab – ma il rischio concreto è che la persona che ha guidato senza patente a 17 anni continui a farlo fino ai 24. E il maggiorenne che guida senza patente viene trattato allo stesso modo?». Tutto questo, lamenta la Federazione, «senza alcun aumento dei controlli ed è bene ricordare come sia  giusto stigmatizzare i comportamenti nocivi, ma l’inasprimento delle pene non rappresenta mai un deterrente».

Zone a Traffico Limitato e controlli della velocità

Occhio critico sulla presunta «stretta nell’introduzione delle ZTL» (definite “zone a traffico limitato di buon senso”) e sulla campagna contro “gli autovelox truffa”.  Per Fiab «Il decreto va quindi nella direzione di ridurre i controlli e le sanzioni proprio per quelle che sono le principali cause degli incidenti, ovvero l’eccesso di velocità, la distrazione e il mancato rispetto degli attraversamenti pedonali». L’Italia «è il fanalino di coda per controlli della velocità: in Austria si comminano 12 volte le sanzioni rispetto all’Italia, in Olanda 10 volte, in Belgio 6».

Il piano salva o scoraggia i ciclisti?

Nel Ddl presente un Piano “salva i ciclisti”. «In realtà l’unico provvedimento che va in questa direzione è il divieto di sorpasso della bicicletta da parte degli altri veicoli a meno di 1,5 metri di distanza laterale, reso però vago e quindi inapplicabile dalla precisazione ‘ove le condizioni della strada lo consentano’». Per il resto, osserva ancora Fiab, «le norme sulla ciclabilità indeboliscono tutti i provvedimenti migliorativi che erano stati introdotti nel Codice nel 2020, con il DL n. 76».

Nel mirino soprattutto i criteri per realizzare le corsie ciclabili, l’eventuale (in caso di conversione in legge) cancellazione dell’obbligo che hanno gli automobilisti di dare la precedenza ai ciclisti in caso di una  strada stretta e la cosiddetta ‘nuova zona ciclistica‘, che andrebbe «nel senso di confinare le biciclette in riserve protette; un’impostazione esattamente opposta alla Città 30, che si basa sulla condivisione rispettosa dello spazio stradale urbano». Insomma: se son spine pungeranno!

La nota positiva? Cresce il Safety in Numbers e diminuiscono i morti tra i ciclisti

Eppure, a raschiare ben bene il fondo del barile una nota positiva c’è: nonostante le vittime siano aumentate tra tutti gli utenti della strada rispetto al 2021,  per i ciclisti la mortalità continua a diminuire (-33% negli ultimi dieci anni, -50% negli ultimi venti), il tutto di fronte a un incremento della mobilità ciclistica. Insomma il principio del Safety in Numbers spiegato da Edoardo Gaatola anche su questo blog funziona eccome. Più ciclisti uguale più sicurezza per tutti loro.

Non tutto è perduto (per ora): prossima settimana audizione Fiab

Alla fine (o quasi) della Fiera è che ciclisti e ciclomobilisti possano ancora aggrapparsi a un filo di speranza. A partire dalla prossima settimana, quando la stessa Fiab siederà al tavolo delle audizioni presso la Camera dei Deputati. Sarà lì il momento topico, una specie di secondo tempo in cui la partita prenderà una direzione definitiva: i ciclisti, sondati da Vitadueruote&Mobilità in camera caritatis, vorrebbero «stralciare quanto più possibile», a cominciare dalla bocciatura delle corsie ciclabili istituite in tempo di pandemia. Tuttavia è un’audizione, che spesso fa rima con mediazione (intelligente) e bisognerà essere bravi: qualcosa a terra, in buona sostanza, bisognerà pur lasciarla. Dopodiché via spediti verso il 5 dicembre, dead line per convertire in legge il Ddl con buona pace (si fa per dire) di tutti i partecipanti.

 

 

 

 

 

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