Ciclisti uccisi dai fulmini, il meteorologo Andrea Giuliacci a Vitadueruote: «Nessun vero aumento del rischio, stessi pericoli per pedoni e motociclisti»

I ciclisti uccisi dai fulmini è un tema di attualità e, confessiamolo, ci inquieta pure parecchio. Mai come in questa coda d’estate i media si sono dedicati con solerzia a raccontarci dei casi di vittime colpite da temporale. Bene, informare sui possibili rischi è doveroso, a patto che però non si torni ad applicare logiche e schemi perlomeno un po’ dubbi. Come in questo caso secondo cui l’auto salva e l’ebike uccide.

Prendiamo il caso di un noto quotidiano nazionale (di Roma) di cui riporto il relativo screenshot:

Bene, anzi male, penso mentre scorro il titolo. Vado in ebike e nonostante mi doti sempre del miglior equipaggiamento possibile, ora che ho letto questo titolo non mi sento più tanto sicuro come prima; né io né tantomeno la mia piccola con cui pratichiamo bike to school e bike to shop un giorno sì e l’altro pure. E come me chissà quanta altra gente rimarrà si sentirà vittima predestinata: in pratica tutti coloro che lavorano nei comparti della ciclologistica, del delivery. Chissà – dispero – da adesso in poi cosa accadrà in Inghilterra: lì piove sempre! Andranno tutti a casa e dovranno reinventarsi un posto di lavoro.

L’equivoco che l’auto salvi e l’ebike uccida

Il pezzo, del resto, parla chiaro: il noto quotidiano ha interpretato l’esperto del Cnr che illustra il vademecum con le raccomandazioni su cosa fare in caso ci trovassimo alle prese con un temporale. Sacrosanto. Comincio a leggere il pezzo già mentalmente condizionato dal titolo che raccomanda l’uso dell’auto a scapito dell’ebike, ma poco dopo mi accorgo che i conti non tornano. Leggere per credere.

Nel corsivo sotto il titolino separatesto – che dovrebbe giustificare il titolo d’apertura – leggo ‘andare in bici (e in moto) è pericoloso’. Ma davvero? E in che senso? In realtà, spiega l’esperto nelle righe seguenti,  non è più pericoloso dell’andare a piedi o, appunto, in moto.  Ma nel titolo d’apertura, e qui siamo alle solite (!) a ricevere il pugno nell’occhio sono solo ciclisti e ciclomobilisti, con la specifica che si è salvi soltanto in auto. Eppure il testo indicato perfino l’aereo quale mezzo sicuro.

La verità? In ebike nessun rischio maggiore

Per l’occasione anche Vitadueruote ha chiesto a un esperto, e che esperto (!) se c’è un’effettiva correlazione tra ebike e fulmini. In proposito abbiamo interpellato il professor Andrea Giuliacci, probabilmente il più noto meteorologo del nostro tempo (meteo a sua volta dannatamente incerto) nonché tra i maggiori climatologi d’Italia. Andrea Giuliacci, inoltre, è anche docente di Fisica dell’Atmosfera all’Università Bicocca di Milano. Ca van sans dire.

E’ proprio il professor Giuliacci a rassicurarci, leggete qua: «Le forze in gioco in un temporale (in particolare i campi elettrici) sono enormemente più grandi di quelle che alimentano una e-bike, per cui NON vi è un vero aumento del rischio nell’utilizzare tale mezzo (da notare il NON espresso a caratteri cubitali ribadito dallo stesso prof., così da ribardirne l’importanza, ndb). La stessa cosa dicasi per il metallo di cui sia eventualmente costruita la bici».
L’esperto, insomma, oltre a rincuorarci sulla parte elettrica,  sfata anche il tabù dei metalli contenuti nell’ebike, una cantilena riportata nella narrazione mainstream di queste ultime ore.  La questione preminente, semmai, risiede nel cosiddetto “effetto-punta” per cui «un ciclista, soprattutto su un terreno piatto, rappresenta una discontinuità che si allunga verso il cielo e che quindi (per vari motivi) viene visto dal fulmine come via preferenziale per scaricare a terra: tuttavia ciò vale anche per un pedone, un motociclista, etc etc». Ipse dixit.

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