Cicloturismo, come iniziare soprattutto se non avete mai considerato la bicicletta un mezzo di trasporto oppure se pedalate solo nel corso di qualche week end all’anno. Una riflessione-vademecum senza velleità di dire ‘si fa così, anche perché di blog specializzati il web ne è zeppo. Il piccolo vademecum si apre con un botta e risposta tra partner divisi, almeno all’inizio, sul tipo di vacanza da programmare: tradizionale (quale?) o in bici? Un’esperienza nell’esperienza, ve lo assicuro.
Resistenze e patti di non belligeranza
Ok, la bicicletta la volete solo voi e meno le vostre mogli, fidanzate o compagne? Oppure è vero il contrario? Insomma: nel caso sia solo uno dei due a tirare il carro, anzi le due ruote, prima di tutto ci si si dovrà trasformare in fini psicologi perché andranno vinte le resistenze al cambiamento del nostro partner. Premessa: gran parte di questi ostacoli li ho dovuti scavalcare io stesso. Scusate se parlo in prima persona, ma è il mio blog, la mia esperienza e farlo così mi sembra il linguaggio più aderente possibile. Almeno in questa prima fase.
SITUAZIONE 1: PARTNER SPAVENTATO DAL NUOVO
Problema. Una delle prime resistenze da superare sarà quella della disabitudine al mezzo, se non della vera e propria novità. «Ma come…la vacanza in bicicletta?! Ma se non ci salgo da vent’anni! Dì la verità: mi vuoi proprio rovinare gli unici giorni di riposo che ho!!!». Per la serie: ‘Mo mettece ‘na pezza, va!’.
Possibile soluzione. Io ho risposto così. «E’ proprio per questo che va organizzata una vacanza del genere. Ma scusa: almeno una volta vogliamo respirare aria pulita tutto il giorno, sentire gli odori intorno a noi, fare attività fisica e allo stesso tempo far divertire la bambina? Oppure pensiamo di fare i pendolari in auto anche in quei giorni? Ma non siamo cotti di questa routine?». Attenzione al ‘siamo’. E’ fondamentale coinvolgere il partner nelle scelte, facendogli capire che in questa nuova avventura non sarà mai lasciato solo. O sola. Diversamente resisterà fino allo strenuo delle proprie forze, difendendo a oltranza la sua posizione.
SITUAZIONE 2: SENSAZIONE DI SPORCIZIA E SUDORE
Problema. Un’altra resistenza comune è lo sporcarsi, soprattutto dopo due anni di pandemia e di attività al chiuso. «Scusa ma mi sporco tutta, no? Terra, fango, polvere.. E poi pedalare tutto il giorno: ma che…palle!».
Possibile soluzione. «Non esiste un cattivo tempo né luogo, ma un cattivo equipaggiamento. Ormai sono disponibili pantaloni lunghi in tela ultraleggera che puoi metterti anche quando fa caldo».
Problema bis. «Sì, ma sudo e mi sentirei comunque sporca tutto il giorno».
Possibile soluzione. Intanto contiamo fino a dieci, respiriamo profondamente e poi mettiamo in fila tutti i nostri punti di forza al riguardo, sciorinandoli con dolcezza e allo stesso tempo badando a dissimulare l’istinto omicida che monta man mano dentro di noi: «Sudare fa bene, espelliamo liquidi di scarto, il sangue circola più rapidamente e liberiamo endorfine. Inoltre rafforziamo il funzionamento del cuore e quello del sistema immunitario perché produciamo un maggior numero di globuli bianchi». Quindi incrociamo le dita e confidiamo in eventuali reazioni positive, proprio come quando pedaliamo.
Prima considerazione a margine: traspirare. Nonostante il mercato sforni ogni giorno prodotti dichiarati ad hoc, in realtà non esiste un vero e proprio dress code per andare in vacanza in bici. Certo…viste le temperature scegliamo tutto ciò che sia traspirante: t-shirt, pantaloncini, pantaloni e perfino le scarpe. Sì, anche queste ultime siano traspiranti: soprattutto se pensiamo di rimanere parecchie ore fuori stanza (o tenda) e di non poterle lavare, né tantomeno asciugarle in tempo. In proposito diversi cicloturisti illuminati (dunque non io) abbinano addirittura i sandali estivi, purché robusti: si rivelano utili in caso di ruscelli e ‘fiumiciattoli’. Ovvio che se non siete un minimo attrezzati evitate di guadare fiumi veri e propri pensando di essere John Wayne a cavallo che porta la sua mandria da una sponda all’altra prima del Missisipi, appena un attimo prima che transiti il battello di linea a vapore!
A proposito di ‘cavallo’: nella mia ultima esperienza lungo la ciclabile del Mincio indossavo pantaloni corti con tasche laterali. Ho evitato di indossare jeans, che al contrario di quello che uno pensa sono costituiti da una trama ruvida alla pedalata e dunque in grado di ostacolare il movimento del ginocchio. Il jeans, inoltre, ai maschietti crea non pochi problemi nelle zone intime.
Seconda considerazione a margine: cosa fare in caso di cani sciolti. Durante l’escursione potreste imbattervi in un branco di cani, oppure in un solo animale ma di taglia grande. La prima reazione è quella di accelerare il passo e a mio avviso se avete calcolato che c’è ancora margine di tempo e distanza fate anche bene. Diversamente, se il pericolo sbuca di lato magari all’ultimo (è capitato)..rallentate: gli animali il più delle volte si allarmano per il movimento creato dalla bicicletta e percependo la diminuzione del pericolo dovrebbero essere a loro volta meno aggressivi. Insomma: non mostrate di aver paura perché i cani lo capiscono. Ps. Ho avuto un lupo maremmano per dieci anni e mia figlia appena vede un chihuahua cambia addirittura strada. Fate vobis.
E se supero le resistenze cosa mi aspetta? Come scelgo la bici?
Qui andiamo a giocare un campionato a parte. Sono perlomeno due gli scenari possibili: i mezzi ce li portiamo da casa oppure ci affidiamo a un tour operator locale. Nel nostro caso ci siamo affidati all’operatore. Questo ci ha consentito di partire da casa in treno, in piena estate, con bagagli ‘urbani’ e senza costi aggiuntivi. Peraltro lo spirito della vacanza non si rivolgeva affatto all’esperienza cicloturistica, ma si andava a vedere il concerto dei Toto all’Arena di Verona nella loro unica tappa italiana dell’anno. Con l’occasione ci siamo trattenuti in Veneto diversi giorni, ‘sforando’ da Verona a Venezia e sfociando, appunto, nell’esperienza cicloturistica in zona Lago di Garda. Ma, ripeto, non c’era proprio nulla di programmato.
Per la cronaca: anche lì in vacanza ci siamo sempre mossi in treno. Fissando Verona come campo base ci siamo quindi accordati con un noto tour operator, siamo scesi a Peschiera del Garda e lì ci hanno consegnato le bici nel parcheggio antistante la stazione. In fase di prenotazione ho scelto una e-cargobike Bicicapace con cui trasportare anche mia figlia di otto anni, mentre mia moglie ha pedalato con una road e-bike. Ok, storcete pure il naso: abbiamo scelto mezzi a pedalata assistita poiché non siamo affatto abituati a tragitti lunghi e poi, sinceramente, la temperatura era davvero impegnativa e con una bambina piccola al seguito…
Alla fine del viaggio siamo rientrati in stazione all’orario convenuto e abbiamo riconsegnato i mezzi. Insomma: si è trattato di un assaggio di cicloturismo familiare: non abbiamo esagerato e ci siamo divertiti tutti. Maturata quest’esperienza saremmo anche pronti a replicare, magari affrontando distanze più lunghe. Win to win: così si dice, no?
Scegliere la bicicletta. Sarò breve, sempre perché lo scopo dell’articolo è raccontare la propria esperienza e non dispensare verità che si trovano un po’ ovunque. In linea di massima occhio alla dimensione del telaio: va calcolata in base all’altezza, alla misura del busto e alla lunghezza degli arti. Se si sbaglia misura sono dolori, soprattutto alle ginocchia. Per questo, insisto, soprattutto se non avete l’occhio allenato .. almeno in questo caso affidatevi a gente che ne sappia di più. Quando prenotate comunicate le misure, il professionista esperto saprà senz’altro regolarsi anche in base alle proprie disponibilità.
Dove iniziare a pedalare? Sterrati o piste ciclabili?
Credo che sentirsi liberi di scegliere sia davvero la chiave di tutto. Nel nostro caso, come già scritto, ci siamo sforzati al massimo pur di venirci incontro l’un l’altra. Io volevo un percorso tutto sommato comodo, anche se non avrei comunque disdegnato un po’ di sterrato. Mia moglie chiedeva strade sicure, da brava madre e soprattutto perché sapeva che io avrei viaggiato con la bambina seduta dietro.
Come già accennato, la ciclabile del Mincio si è rivelata ottima in tal senso. E’ un tragitto sicuro, anzi sicurissimo, che collega Peschiera del Garda a Mantova, è lungo 45 km e tranne il tratto per arrivarci dalla stazione ferroviaria pedalerete sempre in piano: siatene certi. Costeggia l’omonimo fiume e in molti tratti è perfino riparata dagli alberi. Pare l’inizio di un videogioco quando inserite la moneta: più entry-evel di così!
Cicloturisti alle prime armi: tre consigli facili facili
- Stipulate un’assicurazione che vi copra durante il viaggio, soprattutto se siete cicloturisti fai da te e non in Tour (ahi ahi ahi). Se invece acquisterete un pacchetto.. ovvio… accertatevi che la polizza sia inclusa. Una volta accertato questo, fatevi comunque spiegare bene i limiti delle coperture in caso di sinistro: vi si aprirà un mondo;
- Studiate per tempo, non il giorno prima, il tragitto di vostra scelta e le sue eventuali criticità. Ricordatevi che dopo aver stressato il o la partner sarete additati sempre voi come referenti della missione. Questo non significa che dovrete trasformarvi in Furio e Magda con Anton Giulio e Anton Luca al seguito, epperò cercate di evitare che salti fuori il cartoncino degli imprevisti. Ad esempio nel mio caso avevo scelto di pedalare con un’ebike. Il che significava spostare maggior peso rispetto a una bicicletta muscolare. Un altro problema era rappresentato dall’autonomia della batteria, limitata agli 80-90 km (in condizioni ottimali). Sapere in anticipo che potevo farcela mi ha tolto un problema e un pensiero di mezzo. Più in generale, se lungo la strada sono previste stazioni di ricarica allora, a maggior ragione, programmate le tappe a tempo debito. Ché a lungo andare un’ebike con batteria scarica pesa tanto, ma proprio tanto.
- Acqua e frutta secca. Portate sempre le scorte giuste con voi: melius abundare quam deficere.
Itinerari ciclabili: la Ciclovia Alpe Adria
Per chi sogna ed esige la civiltà come me eccovi la Ciclovia Alpe Adria. Un must, altroché: del resto attraversare le Alpi in bicicletta non è forse un’esperienza gratificante?
E siccome in Friuli Venezia Giulia la bicicletta è un mezzo di trasporto e non un giocattolo con cui accontentare milioni di ciclisti e cicloturisti in tutto il mondo che invece chiedono sempre infrastrutture ad hoc, eccovi il BiciBus. Si tratta di un servizio nella tratta Udine-Grado-Udine e attivo durante la stagione estiva per spostarsi con la bicicletta a seguito, su autobus dotati di carrello per il trasporto bici. Il servizio collega Udine a Grado attraversando le località storiche di Palmanova e Aquileia, e in media è attivo da aprile a settembre ogni sabato, domenica e giorni festivi, escluso il 1° maggio. Nei mesi di luglio e agosto Bicibus è attivo tutti i giorni.
Ultimo dettaglio che fa comprendere l’attenzione rivolta al mezzo: il trasporto della bicicletta è incluso nel prezzo del biglietto di corsa semplice.
L’esempio dei tedeschi
Siccome noi siamo bravi anzi bravissimi a denigrarci e a invidiare chi proviene dall’estero, è bene sapere che l’Italia rimane sempre nel cuore dei tedeschi, nonostante si pensi il contrario. Secondo il Terzo rapporto nazionale sul Cicloturismo a cura di Isnart e Legambiente, infatti, dei circa 4 milioni di tedeschi che nel 2021 hanno fatto un viaggio in bicicletta di più giorni, il 78% ha trascorso le vacanze in Germania e il 22% è andato all’estero: Austria (36%), Italia (33%), Francia (14%), Paesi Bassi (11,2%). Il Rapporto viene presentato nel corso della Fiera del Cicloturismo, che quest’anno si svolge a Bologna.
In conclusione: non precludetevi un’esperienza unica
A concludere, rimango convinto che una vacanza del genere ti rimane dentro per parecchio tempo. Fare del cicloturismo è bello, c’è poco da aggiungere. E’ vero: il viaggio è una scoperta con qualsiasi mezzo, inutile negarlo. Ma come scrive Ernest Hemingway, è andando in bicicletta che impari meglio i contorni di un paese, perché devi sudare sulle colline e andare giù a ruota libera nelle discese. In questo modo te le ricordi come sono veramente, mentre in automobile ti restano impresse solo le colline più alte, e non hai un ricordo tanto accurato del paese che hai attraversato in macchina come ce l’hai passandoci in bicicletta.