Come andare in bicicletta? Ci vuole poco, siatene certi. La bicicletta è un mezzo rivolto a tutti, grandi e piccini che siano. Pedalare inoltre comporta soltanto vantaggi: vi tiene in forma, libera endorfine (garantisco personalmente) regalando sensazioni di benessere psicofisico per molti inaspettate e se imparerete a muovervi anche così, limitando all’essenziale l’uso dell’auto privata, sarà un toccasana anche per il vostro portafogli. Ma andiamo con ordine: ora provo a spiegarvi quanto sia bello e soprattutto facile passeggiare in bicicletta. In questo post parleremo solo degli adulti.
No problem: vale anche per chi spiega
Prima di tutto un’accortezza rivolta a chi insegnerà ad andare in bici all’altra persona o, in caso, a un gruppo di persone. Siate sgombri di mente, mai agitati. Non è una riga ‘acchiappaclick’, la mia, piuttosto un passaggio cruciale da osservare prima di mettersi in sella per spiegare ad altri come si faccia a non cadere. Insomma: serve (anche) equilibrio emotivo e prima di far trovare l’equilibrio fisico a chi ci sta accanto dobbiamo prima aver trovato, o ritrovato fate vobis, la nostra pace interiore. Dopodiché possiamo anche provare a spiegare agli altri come si fa a non cadere. Spiegare è una gioia, apprendere e rimettersi in discussione dopo una certa età è un’avventura, perché rendere tutto odioso?
Sessioni da mezz’ora o pochi minuti fatti bene?
E proprio perché bisogna stare leggeri, come a tavola, personalmente non sono troppo d’accordo con chi ‘impone’ come fosse un dogma le ‘sessioni’ che durano minimo 30-60 minuti continuativi. Lezioni in cui bisogna per forza raggiungere dei risultati? Uhm.. . per mia esperienza personale sono sempre più convinto che meno ansia da prestazione riusciamo a trasmettere e più possibilità avremo di fare centro al primo colpo. Ecco perché ho fatto la premessa psicologica, importante come e di più di tante abilità tecnico-pratiche.
Tanti anni fa vidi mio padre insegnare a pedalare a mia madre, allora ultracinquantenne: ci vollero trenta secondi di spiegazione teorica e diversi momenti (alcuni critici) all’atto pratico, ciascuno dei quali condensati in cinque-dieci minuti (circa) di prova. Il mio papà non era affatto un tipo facile ed era calmo solo a tratti, la moglie lo percepiva e al di là della stima e quindi della fiducia che riponeva in lui non riusciva a eliminare un certo rumore-fastidio di sottofondo. Tutto questo complicava maledettamente le cose.
Ragion per cui Imporsi mezz’ora o un’ora con il timer come leggo da più parti.. continua a lasciarmi molto, ma molto perplesso. Chi è che stabilisce in quanto tempo e come si impara? Peraltro, come molti ciclisti e ciclomobilisti ben sanno...in strada non smettiamo mai di imparare. Accennato questo, state comunque tranquilli: non ci vogliono affatto giornate intere, ma solo un po’ di costanza.
La bici è in buono stato?
Mah, anche qui.. per carità.. che la bici debba essere ok mi pare abbastanza logico. Tuttavia rimango perplesso sul fatto che il mezzo debba essere tirato per forza a lucido: dalla sella ai piedi, anzi. alle gomme. A mio avviso è invece fondamentale verificare anzitutto l’altezza corretta della sella, che deve essere sempre in grado di far stendere la gamba del ciclista, così da consentirgli una pedalata fluida. Quindi verificare la pressione delle gomme, ma senza alcuna maniacalità. Infine, se possibile, oliare la bicicletta.
Dove cominciare?
Domanda di rito: meglio uno spiazzo (a trovarlo libero) in città, magari sotto casa, oppure fuori, lontano dai centri abitati, dove (in teoria) dovrebbero esserci meno auto in giro? Io mi permetto di dire che è meglio dove ci si sente più sicuri, anche perché ovunque vai obiezione che trovi. Non ci credete? Ecco due esempi.
Pista ciclabile. Ok. non siete mai saliti su una bici oppure avete perso ogni sicurezza una volta in sella. Decidete di provare su una pista ciclabile perché, pensate, è il percorso più protetto che esista e soprattutto troveremo soltanto ciclisti. Bene: la migliore discussione con tanto di mezzo inseguimento per rifilargli due schiaffi terapeutici l’ho avuta proprio con un ciclista semi-professionista che sfrecciava su su una pista ciclabile mentre facevo lezione a mia figlia piccola, alle prese con le prime pedalate senza rotelle. L’atleta ( o sedicente tale) tra l’esaltato e il represso ci ha urlato di scansarci, intanto lui transitava minimo a una quarantina/cinquantina di chilometri orari. A ogni modo, aldilà dell’alterco, sono convinto che la pista ciclabile rimanga un percorso sicuro, anche se non il più sicuro visto il traffico. Su una pista ciclabile (in Italia) troviamo anche carrozzine, runner e cani: commistioni pericolose.
Campetto (basket, calcio) o area semichiusa in mezzo alla radura. Ammesso che troviate spazi così come è accaduto a me, sarebbe come vedere da lontano un’oasi nel deserto quando siete moribondi. Sembra davvero la soluzione più idonea, ma attenzione: verificate che per terra non ci siano siringhe, chiodi, vetri rotti e così via. Se da un lato la struttura risulta abbandonata o comunque poco frequentata è perché questa è malridotta e come insegnano in psicologia.. se un vetro della finestra è rotto da troppo tempo, presto se ne aggiungeranno altri. Per farla breve: troverete campo libero quando la situazione sarà compromessa, dunque scansate (in tutti i sensi) ogni pericolo del genere. Una volta bonificata l’area potrete anche sbizzarrirvi creando percorsi ad hoc tipo ‘otto’ e a binari ‘paralleli’ come ho fatto io con la piccola. Vale per i bambini, figurarsi per gli adulti.
Sì ma come si fa?
Salire e scendere. Quelli bravi (quindi non io) mettono il salire e lo scendere dalla bici come terza quarta operazione, dopo lo stare in equilibrio, togliere i pedali etc. Io credo che ancor prima di saper stare in equilibrio inforcando la bici uno come prima cosa debba essere in grado di salire o scendere dal mezzo. O perlomeno fare tutto insieme: come si può chiedere a una persona di rimanere in equilibrio su un mezzo sul quale non sa neppure… salire? È necessario imparare queste manovre per sentirsi a proprio agio sulla bicicletta, magari tirando i freni per diminuire le oscillazioni. Per salire la persona dovrebbe inclinare la bicicletta di lato e far passare la gamba opposta al di sopra del sellino. Una manovra che andrebbe ripetuta varie volte prima di passare a quella seguente. Non male l’idea di togliere i pedali per stimolare la ricerca dell’equilbrio sfruttando al massimo i piedi.
Spingere la bici con la mano. Una volta che la persona ha imparato a non cadere da ferma con tutta la bici, io consiglio di farla scendere e di fargliela condurre a mano per un breve tratto. Si mescolano le carte, la persona stacca mentalmente dall’azione ripetitiva di poco prima e sperimenta una cosa nuova: spingere la bici a mano. Un’azione che soprattutto al Centro-Sud fanno sempre più di rado tanto i ciclisti quanto i ciclomobilisti stessi. In fin dei conti nessuno ci dice nulla, difficile che ci facciano la multa e poi è così comodo pedalare in mezzo alla gente. A Verona ho visto con i miei occhi signore ottuagenarie scendere e condurre la bici a mano quando richiesto dal momento. Si chiama educazione e, se possibile, sarebbe da tramandare soprattutto a chi si accosta alla bici per la prima volta. Grazie!
Discese (lievi). Non siamo in Arizona, facciamo dunque sperimentare la sensazione di sbilanciarsi in avanti in condizioni di sicurezza assoluta. Come? Invitando la persona a cercare lo slancio, l’abbrivio necessario per trovare il proprio equilibrio. Per questo possiamo osare l’allenamento su percorsi in lieve pendenza.
Pedalare…finalmente! Fate sedere la persona sul sellino e una volta rimontati i pedali ditegli di stringere le leve dei freni e di mettere i piedi i più perpendicolari possibile al senso di marcia. Dopo l’allineamento mettere un piede sotto il pedale e spingerlo verso l’alto, con l’altro che rimarrà fermo al suolo per dare equilibrio. Poi portare il primo piede da sotto a sopra il pedale e spingere, mentre la bici si muove poggiare in contemporanea l’altro piede sul pedale restante. Siete in movimento (magari il vostro istruttore vi accompagna a piedi poggiandovi la mano sulla vostra zona lombo-sacrale): ora ci credete?
Com’è bello andare in bicicletta (canzone)
Photocredits: Freepick