Come possiamo ridurre le emissioni di Co2? Anzitutto tenendo a mente che dovremo tagliarne il 55% entro in 2030, fino ad arrivare a non attingere più al fossile entro il 2050.
Era il 2015 quando con l’Accordo di Parigi 197 Paesi si impegnarono ad intraprendere azioni efficaci per frenare i cambiamenti climatici in atto. Lo sforzo era quello di contenere l’incremento della temperatura del pianetta sotto i 2°C.
Come poter ridurre le emissioni?
Per ridurre i valori delle missioni bisogna accelerare il passaggio dall’uso di fonti energetiche non rinnovabili a quelle rinnovabili, Ma non basta. Per riuscire bisogna abbinare il tutto all’uso di tecniche di risparmio energetico, realizzando quella che soprattutto negli ultimi tempi chiamiamo “transizione energetica”.
Questo vuol dire che ogni strategia, ogni decisione, in tutti gli ambiti, deve essere necessariamente presa pensando alle ripercussioni sull’ambiente, sul clima e sulla sostenibilità. Le emissioni per Paese, ad esempio, sono parametri da tenere sempre sotto controllo e in grande, grandissima considerazione. I settori dell’energia e dei trasporti sono in fermento, ma non sono gli unici ad essere coinvolti dalla necessità di cambiamento.
Le situazioni sono diverse nei Paesi aderenti e siamo ancora ben lontani dal potere parlare di un approccio omogeneo alle politiche ambientali. Le emissioni a ridotto inquinamento atmosferico da parte di tutti, insomma, restano ancora un miraggio.

Emissioni, Italia ancora indietro
L’Italia è ancora indietro, specie se paragonata a paesi quali la Nuova Zelanda e la Danimarca e, in generale, al nord Europa. La nostra sensibilità ed attenzione all’ambiente ha ampi spazi di crescita, i comportamenti e gli stili di vita richiedono modifiche ormai non più rimandabili. Tutti noi possiamo partecipare al cambiamento: in famiglia, in ufficio, nel tempo libero possiamo dare il nostro contributo riciclando oggetti che non servono, riducendo i consumi energetici, evitando qualsiasi forma di spreco. E tenendo bene a mente il concetto di mobilità sostenibile, assai cara qui nel nostro blog.
Per quei marziani di cui non ne hanno ancora sentito parlare, si tratta di una mobilità alternativa basata sull’utilizzo di mezzi meno inquinanti di altri.
In Italia, pur se in modo disomogeneo sul territorio, visto che il Nord viaggia sempre a doppia velocità rispetto al Sud, si stanno provando a poggiare le basi di una corretta mobilità sostenibile.
Pur se tra mille polemiche, aumentano i chilometri di piste ciclabili, tra transitorie e definitive, e sta crescendo l’offerta di servizi di sharing. Aumenta l’impiego dell’ebike e del monopattino elettrico, così da spostarsi in modo veloce e mantenendo al tempo stesso un minimo distanziamento sociale in ossequio alle più elementari norme anti Covid.
Chiudiamo la breve riflessione con una positiva: l’ormai arcinoto report di Legambiente sulle Covid Lanes. Ci lascia ben sperare.
Molto interessante allo scopo il report di Legambiente in cui ritroviamo, aggiornati a settembre 2020, i dati delle ciclabili in Italia.