Dante in bici: il professore che recita la Divina Commedia… inseguendo Benigni

Dante in bici è una cosa seria. Chiedetelo a Giorgio Battistella, di mestiere insegnante di religione in provincia di Venezia e per passione vianDante (naturalmente con la ‘D’ maiuscola!) a due ruote lente lungo tutto lo Stivale. La sua missione? Trasformare il viaggio allegorico più stupefacente che si conosca, la Divina Commedia, in un viaggio in bicicletta! Il tutto prendendo spunto dall’arcinoto spettacolo teatrale del mattatore Roberto Benigni.

E il bello è che funziona! Nel corso degli anni il prof. Battistella, oltre che andare in bici e a mettere nelle gambe chilometri e chilometri di pedalate (la sua bici è..ehm.. muscolare!) ha affinato tecniche e linguaggio corporeo… affabulando. Una voglia di migliorarsi grazie alla quale ha potuto collezionare la bellezza di oltre 400 recite in pubblico, tralasciando le centinaia di esibizioni private, che ancora adesso gli fanno fare un po’ la vita del globetrotter: dal Veneto all’Umbria, dall’Emilia Romagna alla Puglia. Passando, ovvio, per la Toscana, la terra natia del vate, che non si poteva certo ignorare.

Professor Battistella, perché l’esigenza di raccontare Dante, per giunta in bicicletta?
«Perché la Divina Commedia è un testo stupendo, che fa innamorare me per primo che lo recito e poi le persone che lo ascoltano. La bicicletta invece mi permette di vivere un’esperienza di viaggio per molti giorni, in una modalità decisamente bella, viva, accanto alla natura, senza fretta e anche, diciamo, più originale rispetto alle solite».

Come funziona la sua esperienza di vian’Dante’?
«Uso il treno per i tratti che mi permettono di raggiungere meglio le zone d’Italia dove poi girerò, il resto del tour è proprio tutto in bici. Facendo tesoro dell’ospitalità delle varie località dove mi fermo e in cui offro gratuitamente una serata dantesca».

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Un’opera scritta per cambiare la vita agli uomini

«Perché la Divina Commedia avvicina a un mistero profondo che ancora ci interessa? Che cosa accade dopo la morte? Chi è l’uomo? Quale responsabilità egli ha nel determinare il proprio destino?» Sono queste le domande che pone il professor Battistella, laureato in Teologia e in Scienze dell’educazione con una tesi dal titolo “L’ascolto della Divina Commedia come occasione di crescita e formazione per gli adulti’. Un uomo che fa del sommo poeta il proprio centro di gravità permanente, a tal punto da diventare membro della Società Dante Alighieri di Treviso. Una passione da sviscerare, la sua, in grado di creare l’innesco ideale per la detonazione in una zona (rigorosamente) aperta al pubblico.

Chiostri, piazzali o sagrati: ogni posto è buono per assorbire arte. Molti i ragazzi tra il pubblico di tutti i giorni. Lo hanno seguito con interesse, ad esempio, durante le diverse Rassegne letterarie che si sono svolte a Cortina d’Ampezzo, al Carta Carbone Festival nella sua Treviso, fino alla Passeggiate intorno all’Arsenale in quel di Venezia. Insomma: prelibatezze senz’altro per palati fini, certo, ma non solo.

Del resto la Divina Commedia è un’opera scritta per cambiare la vita degli uomini. «Dante – spiega il prof. Battistella – ce lo dice in maniera molto chiara: il fine del poemna è guidare l’essere umano alla felicità. Non è arte per l’arte, ma arte per la vita!».  Ecco che allora recitare Dante a memoria «porta a tuffarsi nei versi dalla testa ai piedi, così da farne propria la musica. E’ un modo autentico di e coinvolgente di sperimentare l’arte poetica, e l’impatto sul pubblico è ‘memorabile’».

 

Nota:

Photocredits d’apertura (bianco e nero): Rocco Casaluci.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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