E’ meglio un monopattino o una bici elettrica?

La domanda è di quelle toste? E’ meglio un monopattino o una bici elettrica? Non si può dare una risposta secca, ma una serie di indicazioni che variano a seconda delle vostre esigenze. Insomma: dipende da quello a cui vi serve.

Quanta fatica fa risparmiare una e-bike?

Uno che ha ssnpre vissuto in bicicletta partirebbe in quarta chiedendosi: quanta fatica fa risparmiare una e-bike? Questo perché, ed è stato anzitutto il caso mio, noi siamo sempre stati abituati ad andare su due ruote pedalando. Figuriamoci, quindi, se anche adesso che non abbiamo più 6 anni (magari!) vogliamo lasciarci sfuggire l’occasione di rimanere su una sella! Soprattutto se grazie a un sistema di pedlalata assistita ci assicura di portarci a destinaizone in oco tempo, ma, soprattutto, evitandoci sudate o affaticamenti vari. Insomma, cerchiamo sempre di tornare bambini, no? Questo perché, mediamente. ciascuno di noi ha vissuto il suo periodo innmodo felice e conserva ancora oggi ottimi ricordi. Perché, allora, non tentare di riprodurne una minima parte a bordo di una e-bike? Qui, alcuni giorni fa, ne spiegavo il funzionamento in pochi cenni. Sperando che vi possa essere stato d’aiuto, distinguevo due macro aree: la Mtb, ovvero la mountain bike, in questo caso la emtb, cioè la mountain bike a pedalata assistita, e la city ebike, destinata a un utilizzo cittadino.

Monopattino o bici elettrica, la colonna di sinistra sul foglio A4

Al di là dell’accademia, i distinguo sono comunque importanti e il suggerimento è di prendere un foglio A4, metterlo in verticale e dividerlo in due parti tracciando una bella riga blu nel mezzo. A sinistra del foglio scriveremo la nostra domanda, la nostra ‘query’, il nostro (a cosa ci setve?) e a destra della riga, invece, la risposta, la keyword (che in certi casi può essere anche rappresentata una domanda). Ecco l’esempio di un’ipotetica colonna di sinistra. Ripeto: ipotetica, ciascuna colonna varia da caso a caso.

Km da percorrere: 15/30 tra andata e ritorno dal lavoro, dal lunedì al venerdì. Dunque pendolarismo puro.
La strada: salite e discese tipo Coppa Cobram o terreno pianeggiante? Possibilità di commutare con treno per ultimo miglio?
Sudorazione: gestibile o formato tapiro?
Svolgo lavoro d’ufficio, indosso camicie tipo business e non voglio arrivare davanti al capo come Fantozzi e Filini, ma come il loro rivale Calboni.
Condizioni ambientali: viaggerò spesso a temperature sopra la media, sorto la pioggia? Con nebbia?
Parcheggio. Al lavoro ho la possibilità di parcheggiare l’eventuale mezzo in sicurezza?
Budget. Dovrò litigare con mia moglie ma ce la posso fare, quindi.. ottimizzo e punto al buon rapporto qualità/prezzo.

Per la cronaca, molte di queste domande trovano una risposta comun-denominatore nella bicicletta pieghevole a pedalata assistita. Si evita di sudare, il mezzo si può ripiegare in treno per l’ultimo miglio e sotto la scrivania una volta arrivati in ufficio. Lo stesso, ad onor del vero, vale per il mono. Dunque, come vedete, il tuto varia davvero da caso a caso.

Cos è il bike sharing?

Se ancora non siete riusciti a rispondere alla maggior parte delle domande poste nella colonna di sinisitra, vi suggerisco di sperimentare il bike sharing. Si tratta dell’arcinoto sistema di biciclette, in molti casi anche monopattini elettrici, condivisi e forniti da un gestore privato tipo Uber, Helbiz o Lime, ad esempio. In alcuni casi i mezzi possono non essere bloccati all’interno delle apposite rastrelliere, ma parcheggiati in libertà (in questo caso si parla proprio di bike sharing o sharing ibero). Esiste anche una terza variante dello sharing, ovvero quello che potremmo definire raggruppato, che poi sembra essere tra i più diffusi nelle grandi città: niente rastrelliere, le bici o i mono lasciati in libertà vengono costantemente raggruppati in più punti della città attraverso un sottoservizio a cura di indomiti corrieri. Baldi giovani che, grazie alle loro cargo o bullitt, raccolgono i mezzi uno ad uno e poi li ricollocano in determinati punti strategici. A titolo personale è la mia tipologia di servizio preferita.

Provando per una o più volte l’esperienza del bike sharing, ad esempio, si può senz’altro rispondere ad almeno tre delle sette domande riportate nello schema di prima. Al di là della strada, le bici a disposizione sono tutte a pedala assistita, così da limitare la vostra sudorazione. Inoltre, grazie a questo sistema si risolve anche il problema del parcheggio di un eventuale mezzo di vostra proprietà. Soprattutto in Italia, infatti, sono ancora poche, troppo poche, le strutture e gli uffici che garantiscono il posteggio della bici o del monopattino in sicurezza, in grado di infondervi la speranza di ritrovare il mezzo all’uscita dall’ufficio.

Si può usare il monopattino elettrico in città?

‘Beato chi c’ha un occhio’, io ho sia una ebike che un monopattino elettrico e non cambierei mai per nessuna auto al mondo. Nel 2021 è assolutamente possibile utilizzare il mono in città, ma è anche vero che c’è ancora troppa maleducazione e arroganza in giro. Più di chi è in sella, non c’è dubbio. Il mezzo, del resto, si lascia guidare che è una bellezza e, a mio modesto parere, servirà ancora un bel po’ di tempo prima che i monopattisti imparino a gestirlo così come a loro volta fecero i ciclisti (urbani inclusi) con le bici. Peraltro è una questione spinosa, un cul de sac in cui non vale davvero la pena infilarsi. Che poi, detto tra noi, andarsi a infilare proprio lì… Buona scelta!

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