Ebike Bologna e provincia, nuovo Polo produttivo Five-Armony da oltre 10mila biciclette all’anno e a energia zero

Ebike a Bologna e provincia, qui prende corpo un nuovo Polo produttivo grazie all’unione tra i Gruppi Five e Armony, per un comparto ciclo che si afferma tra i più dinamici.

Joint Venture tra  Bologna (Five) e San Marino (Armony): da qui il nuovo Polo industriale, a maggioranza FIVE, che punta ad acquisire la leadership produttiva nazionale nell’ambito della pedalata assistita. Didascalia foto d’apertura: da sinistra Fabio Giatti (ad di FIVE), Andrea Casadei e Giacomo Galeazzi (Armony). 

Fulcro del progetto è proprio lo stabilimento bolognese del gruppo FIVE, un complesso moderno e autonomo dal punto di vista energetico grazie all’impiego di un doppio impianto fotovoltaico, costruito e progettato sul modello ZEB (Zero Emission Building). Da qui possono già uscire più di 10mila e-bike l’anno.

«L’unione con ARMONY porta con sé anche l’acquisizione dello storico marchio lombardo Garelli,  – dichiara l’amministratore delegato di FIVE, Fabio Giattiun marchio che sarà rilanciato come brand premium per coprire la fascia alta di mercato grazie anche ai prodotti già presenti in gamma».

Il gruppo FIVE annovera i marchi Italwin (bici), Wayel, Tromox e Torrot (scooter elettrici) ed Eli Electric Vehicles (minicar elettriche): ora, con l’entrata in scena di Armony e Garelli,  la famiglia risulta ulteriormente allargata e si configura come uno dei più significativi player nel settore della mobilità elettrica leggera in Italia.

Forte anche di un mercato nazionale in crescita (ciclomotori elettrici +53,3% nel 2022, scooter elettrici +56,9%, quadricicli elettrici +74,1% ed e-bike +14%), FIVE ha annunciato l’ampliamento dei canali distributivi e della rete di vendita.

Breve riflessione sull’importanza di rendere Bologna Città 30

Sarà un caso, ma la notizia dell’unione tra Gruppi che si occupano di mobilità sostenibile vera giunge quasi in concomitanza con quella di Bologna resa ufficialmente Città30 a partire dal primo luglio.

Per la serie ‘aiutati che Dio t’aiuta’: tu fai le infrastrutture, crea sempre più Zone 30. Anzi: già che ci sei, a 30 chilometri orari mandaci pure tutta la città che non ti sbagli mica! Il resto, a partire da chi mette i mezzi, vien da sé.  In questo Bologna Città 30 è davvero la Bella: ci sono stato con tutta la family per seguire la recente Fiera del Cicloturismo e vi dico che è una città davvero a misura d’uomo. D’accordo, ha parecchi abitanti in meno di Roma e Napoli, ma qui, come dice l’emiliano Vasco Rossi, si prova, anzi si fa la storia. Una storia di mobilità leggera, ad andamento lento. Che male c’è?

Breve riflessione personale sul duello inesistente tra Ebike e bici muscolari

Alla luce di queste joint venture, di queste collaborazioni così profonde dovute a un cocktail mix tra affinità elettive e semplici esigenze di mercato, mi appare sempre più evidente che i ciclisti in Ebike non possano, anzi non debbano (!) continuare a essere considerati delle mezze calzette (e mi tengo aulico) da chi pedala in bici muscolare.

Parliamoci chiaro e senza voler mancare di rispetto a nessuno: che il ciclismo sia sudore, lacrime e sangue lo apprezziamo ma..scusate.. rispetto al tema della mobilità sostenibile quotidiana…non ce ne può davvero fregare di meno!

Sono davvero stufo, in proposito, di leggere i vari commenti sui social (a partire dall’omonimo Gruppo Facebook di questo blog, Vitadueruote, ndb) di gente che si mostra in sella, che dichiara di scalare l’Everest e poi commenta tra l’acido e lo snob (più snob…via) che chi usa la pedalata assistita non merita considerazione perché bara e altre menate di questo tipo. Bara per fare cosa?

L’ho già scritto, detto e lo ripeto: si tratta di un falso problema. Soprattutto perché molti di questi palati fini, di questi pedalatori-gourmet stellati, amano sì pedalare con maggior fatica rispetto agli altri, ma durante la settimana ce li ritroviamo tra le scatole, anzi tra le scatolette a motore, immersi,  spersi e parecchio ingombranti nel traffico veicolare urbano.

Ben venga allora la pedalata assistita: nonostante motore e batteria…senza un minimo di fatica non ci si muove mica di molto. Garantisco personalmente.

Io senza la mia Ecargo bike non avrei mai potuto rinunciare alla seconda auto, né tantomeno accompagnare e seguire ogni giorno mia figlia piccola nel corso delle sue varie attività infrasettimanali. Io, se permettete, non inquino ma, soprattutto, non ingombro! Sapevatelo!

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