Fare la spesa in bicicletta è solo vantaggioso, eppure non ci crediamo affatto. O perlomeno non vi crede una buona parte degli italiani, nonostante il più delle volte sia ‘easy’ e ci consenta di risparmiare davvero un sacco di soldi alla fine del mese. Non solo: ci mantiene anche in forma e a costo zero! Dunque perché la call to action non decolla? Ne abbiamo parlato a Opinioni Incluse, il rotocalco in streaming di Vitadueruote, insieme all’ingegner Marco Passigato, esperto promotore della Mobilità Ciclistica e figura storica di Fiab, la Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta che sul tema, tempo fa, ha promosso anche una campagna ad hoc insieme a Cna e Confesercenti. Assieme all’ingegner Passigato in collegamento Tommaso Lentini, il decano dei realizzatori di rastrelliere grazie al suo modello Verona ormai famoso in tutto il Paese, e Mauro Fizzoni di Arredo Urbano Italia.
Anzitutto va rimosso l’ostacolo di tipo «culturale», spiega in una clip d’apertura nel corso della puntata il presidente di Fiab, Alessandro Tursi, in quanto «la spesa di prossimità si può già effettuare con la bici che si ha a casa e sfruttando le infrastrutture già esistenti». Quindi servono «le rastrelliere e i cicloparcheggi così da lasciare la bici al sicuro senza che vi venga rubata», poi «i cesti da collocare sul mezzo: non serve avere una cargo, ma cesti tipo ‘da cocomero’, magari uno davanti e uno dietro così da portare tanti tanti chili di spesa. Al limite se serve qualche chilo in più va bene lo zainetto, così da distribuire meglio i pesi. Infine le piste ciclabili, ma solo se ci sono distanze maggiori (rispetto alla prossimità, ndb) oppure in caso di strade particolarmente pericolose».
Ostacoli, insomma, ce ne sono eccome: rimuoverli su vasta scala, non solo a livello locale come avviene ogni tanto e solo in determinate zone del Nord Italia, non sarà affatto facile.