Beati gli ultimi «che la vita sanno goder», recita uno dei claim del Festival del Ciclista Lento, tappa imperdibile e ‘senza fretta’, che si svolgerà dal 28 al 30 ottobre prossimi a Ferrara. E siccome non c’era fretta, appunto (!), l’abbiamo abbiamo lanciato l’evento per tempo a #OpinioniIncluse, il breve rotocalco streaming ‘in onda’ sul blog Vitadueruote.
Con noi Guido Foddis, patron del Festival, chitarrista, blogger nonché direttore responsabile de La Repubblica delle Biciclette, il collega giornalista decano Marco Pastonesi, firma storica delle due ruote lente ma non solo, e poi il big: Gianbattista Baronchelli detto Gibì, ciclista professionista dal 1974 al 1989, detentore di numerosi trofei e che adesso si è innamorato di questo Festival a tal punto da divenirne perfino l’alfiere. Ecco, a seguire, la puntata di #OpinioniIncluse.
I partecipanti
Al Festival partecipano tutti quelli che «non scalano l’Everest a testa in giù», per dirla con le parole del suo patron Foddis. E in effetti non è proprio cosa di tutti i giorni seguire una competizione che è un piacevole «inno alla mediocrità», o, se volete, al «godimento». Andare in bicicletta dev’essere davvero un piacere e null’altro.: guardate qui che programma troverete in cartellone.
Fieri di essere lenti
Ma chi è il ciclista lento? E’ uno molto, ma molto disciplinato, che intende la competizione con gli altri come un’autentica perdita di tempo. Figuriamoci: qui si rilasciano perfino gli attestati valorosi di partecipazione al Ghiro d’Italia, con tanto di Gran Fondo del Merendone e Record dell’Ora alla Rovescia, dove vince che percorre meno chilometri. Per la serie… il mondo capovolto, certo, ma dalla parte giusta!

«Far scorrere il tempo piano piano così, alla fine, ce ne resta anche di più per divertirci». Parola di Gianbattista Baronchelli. E se lo dice lui che ha pedalato sempre contro il nemico cronometro…
L’elogio del gregario
Del resto c’è da allenarsi, e parecchio, pur di diventare lenti: mica si improvvisa. «La lentezza, oggi dimenticata del tutto, è un dono difficile da raggiungere – racconta Marco Pastonesi, che ha cuore l’elogio del gregari. «I gregari sono i corridori che aiutano i aiutano i capitani a vincere una tappa, una corsa. Discende dal latino ‘greagrius’, con cui ci si riferiva al soldato semplice. E il gregario nella vita di tutti i giorni è il volontario, oppure la mamma, la nonna».