I furti di biciclette in Italia sono un’autentica piaga, con 320mila mezzi rubati ogni anno e circa 14mila denunce effettuate (dati Ancma: Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori). Un dato importante, se si considera lo sviluppo della ciclomobilità tutto sommato ancora a macchia di leopardo. Ok, la bici viene sempre più utilizzata, ma mai come negli altri Paesi, soprattutto quelli del nord Europa. Numeri a parte, però, ecco allora cosa fare se ci rubano la nostra amata due ruote.
In caso di bici nuova
Per carità, conservate almeno il libretto della bici e la ricevuta fiscale. Siamo nel 2021 e ormai dovrebbe essere tutto automatizzato, ma il caro vecchio pezzo di carta che certifica anche fiscalmente il vostro avvenuto pagamento non ce lo toglie nessuno. In caso siate pratici, avete il conto bancario on line e soprattutto l’acquisto è stato effettuato con bancomat o carta di credito, non mancate di archiviare la transazione in mail o su un hard disk esterno. E già che ci siete, dai, date un bel colpetto di stampante così da protocollare anche la relativa copia cartacea. Poi, se proprio volete essere bravi bravi, registrate la vostra bici a Cicloregistro, il primo database centralizzato delle due ruote proprio a cura di Ancma e in collaborazione con i Comuni e le Forze di Polizia.
In caso di bici usata
Qui le buone pratiche da osservare sono un bel po’. In un Paese civile, in realtà, la compravendita tra privati dovrebbe essere tutelata e incardinata dentro poche e semplici regole, invece qui da noi si tende ancora a fare tutto un po’ tutto alla Carlona. Quando ci rubano un mezzo usato, dovremmo essere almeno in possesso di qualche ‘pezza d’appoggio’ così da aiutare gli inquirenti nel loro lavoro. Quest’ultime ci servirebbero pure per postare un eventuale monito sui social. Io per esempio posterei il numero del telaio, così da creare un po’ di problemi al ladro nel rivendere il mezzo. Una volta rubata la bici, infatti, l’autore del furto dovrebbe tentare di cancellare o comunque alterarne i caratteri, un’azione che si potrebbe riscontrare con discreta facilità anche a un primo controllo superficiale.
Dimostrare che il mezzo è nostro. Purtroppo per il codice della strada non esiste alcun certificato di proprietà della bici e nella gran parte dei casi si cerca di rimediare a questa clamorosa lacuna a mezzo di scritture private. L’aspetto perlomeno singolare è che se da un lato non si può provare la nostra proprietà grazie a un ipotetico Cdp della bici, dall’altro se compriamo (anche a nostra insaputa) un mezzo che nel momento successivo all’acquisto risulta essere rubato, si può essere accusati di incauto acquisto o perfino di ricettazione. E questo non vale solo per sella e manubrio, ma anche per gli scooter e tanti beni di consumo. In tal senso più ‘pezze d’appoggio’ avremo a disposizione per giustificare la nostra buonafede e meno rischi incorreremo.
Scontrino iniziale e numero di telaio. Nessun pregiudizio, ma al venditore chiedete sempre di mostrarvi lo scontrino dell’acquisto iniziale, oltre ovviamente al numero di telaio del mezzo che volete comprare. Non solo è un vostro diritto, ma dovrebbe essere anche un dovere del venditore stesso. All’acquirente va fornita ogni rassicurazione possibile: punto!
In caso di furto, ad ogni modo, non esitate a contattare subito le Forze dell’Ordine: Polizia Locale, Forze di Polizia e Carabinieri sono gli unici organi preposti a cui rivolgersi quando ci rubano qualcosa. Mai cercare di risolvere la cosa da soli o cercare di farsi giustizia personale improvvisandovi Chuck Norris o Charles Bronson: non siete su un set cinematografico e potreste passare…dalla padella alla brace.

Una volta ho venduto anche io ed è andata così
Non vendo quasi mai perché odio convincere le persone che sia tutto in regola. Certo che lo è, ci mancherebbe!! Parto dal presupposto che se riscontro anche una virgola fuori posto non vendo un bel niente, soprattutto se il proprietario sono io. Proprio per questo quando ho venduto la mia adorata bicicletta pieghevole ho cercato di curare ogni dettaglio possibile. Si trattava della mia prima bici da ciclomobilista, che oltretutto montava pure un kit a pedalata assistita installato successivamente all’acquisto. Figuriamoci: prima di scrivere e pubblicare un annuncio dovevo essere ben certo di avere ogni documento a disposizione. Allora ho messo in fila tutte le carte come fa Carlo Verdone nei panni di Furio in Bianco Rosso e Verdone. Ricordate la maniacalità con cui programmava la partenza insieme alla cara Magda, Anton Giulio e Anton Luca a bordo della sua Fiat 131? Ecco, pur non contattand l’Aci per sapere di quella perturbazione lì…ho cercato di fare altrettanto e con la stessa ossessione.
Queste le pezze d’appoggio che avevo al momento dell’appuntamento con il potenziale acquirente
- Libretto originale (guida, cura e manutenzione) e scontrino d’acquisto della bicicletta;
- Libretto originale e scontrino d’acquisto del kit di pedalata assistita montato in seguito;
- Certificazione della recente sostituzione del pacco batteria del kit, con tanto di chilometri percorsi fino a quel momento;
- Scrittura privata dell’avvenuta compravendita.
Ora, aldilà di queste raccomandazioni quello che più conta è il buon senso: la provenienza della bicicletta va sempre certificata e per abbassare allo zero qualsiasi tipo di rischio è bene evitare l’acquisto presso mercatini improvvisati , oppure cedere a offerte con prezzi troppo bassi in relazione al mezzo che si vuole acquistare. Piuttosto rivolgiamoci al nostro negoziante di fiducia: sarà lui a gestire il rapporto con noi in caso di problemi. Come vi sentireste se scopriste di aver erroneamente acquistato un mezzo rubato?