L’istinto di buttar giù due righe me l’ha fatta venire il gilet per i monopattini che tanto potrebbe servire a chi è in strada ogni giorno per andare a lavoro. Magari un gilet giallo, lampeggiante e con tanto di freccia led dietro la schiena. Vi piacerebbe? Noi lo abbiamo trovato.
E’ a led, è in vendita naturalmente sul colosso Amazon, e indica per tempo la direzione di svolta per chi è in bici, in monopattino o comunque è un utente debole (dunque anche edoni e runner, giusto per fare altri esempi chiari).
Lo scrivo subito: per me è una figata perché offre l’informazione più importate e in tempo utile a chi ci sta dietro: sia nel traffico quotidiano sia in condizioni di pista ciclabile. Non è un accrocco: è ben fatto, pratico ed è dotato di un piccolo telecomando da montarsi sul manubrio, così da essere premuto senza alterare la propria condotta di guida.
Eppure scorro tweet e post vari di tanti altri utenti e c’è qualcosa che mi fa venire il prurito da..rubrica del Brecciolino. E infatti il pezzo lo inserisco proprio qui.
Già perché proprio in questi giorni di fine estate, il Governo sta mettendo a punto dei decreti che introducono il doppio senso ciclabile, più ‘zone 30‘ in città e ‘case avanzate‘ (sì, dai, quegli spazi rossi davanti ai semafori e riservati ai ciclisti così da ripartire in sicurezza davanti alle auto al momento del verde). Ecco, l’attenzione me l’ha atturata chi ha scritto che questi sono e saranno provvedimenti ‘inutili’. Perché (?), mi sono chiesto. Ma perché, questa la spiegazione, basterebbe solo il buon senso e un manipolo di vigili urbani a vigilare sul rispetto di alcune norme del codice della strada che dovrebbero essere rispettate fin dagli anni Cinquanta/Sessanta. Cioè da quando il benessere inventò l’automobile per tutti.
Il ragionamento non è da criticare e basta. Se un’auto va a 30 all’ora, il conducente avrà tutto il tempo di accorgersi del cambiamento di direzione segnalato dal ciclista. Se invece su quella strada ci transita a 90 all’ora, sarà tutto inutile. Le case avanzate? Perché mai realizzarle, quando già adesso gran parte di scooteristi, ciclisti e monopattisti al semaforo avanzano di quei 2/3 metri (finendo inevitabilmente sulle strisce di attraversamento pedonali) per garantirsi una ripartenza ‘sana’, senza respirate da sonde lambda e marmitte di ogni tipo, in attesa che scatti il verde?
Per ‘sofismo’: a che servono i gilet da biker, per giunta con tanto di freccia a led, quando basterebbe adottare il buon senso? Beh, verrebbe da chiedersi, forse perché di buon senso in strada non ce n’è più? Forse perché adesso tra biciclisti, monopattisti, scooteristi, automobilisti e ultimi gli ‘autopiattisti’ (i negazionisti che al volante dicono che non esiste il problema della convivenza con le altre ‘specie’ poiché esistono solo loro) è in corso una vera e propria guerra fatta a colpi di occhiatacce, diverbi e spesso dispetti?