I migliori sentieri e percorsi per mountain bike? Ce li spiega Paola, che per la bici ha lasciato il posto fisso

I migliori sentieri e percorsi per mountain bike? Scopriamoli con Paola Bergamo da Lecce, che un bel giorno ha poggiato la pallina bianca sulla roulette della sua vita e ha assecondato la vocazione di biker, arrivando a licenziarsi perfino da un posto nella pubblica amministrazione. Ora vive a Marano Lagunare, in provincia di Udine, insieme a suo marito.

‘Robba’ da donne e basta? Chi lo sa. Di fatto, la storia di Paola è comune a quella di tante altre ragazze che hanno lottato e continuano a lottare come leonesse contro ogni forma di pregiudizio o, come nel suo caso, di predestinazione. Succede da quando aveva 17 anni, a un passo dal diploma commerciale. «Mio papà già mi vedeva inquadrata come contabile nella sua officina a Lecce», racconta a Vita a due Ruote. E invece eccola qui in Friuli, insieme a suo marito Andrea, alle prese con il montaggio degli stand delle mountain bike nel suo primo negozio di biciclette appena aperto. Si chiama ‘Qui’: come a dire che lei, da qui appunto, proprio non intende muoversi più.

Paola come arriva da Lecce alla provincia di Udine?
«E’ un’intervista o cominciamo a scrivere un libro da almeno 200 pagine?».
Se possibile resterei sulla sintesi, ma grazie lo stesso del suggerimento.
«Fino a 17 anni ero la classica ragazza tranquillla, con pochi amici e sempre chiusa in stanza a studiare. Poi dissi a mio padre che volevo fare il militare».
Prego?
«Sì, non la prese molto bene, anche perché voleva che lavorassi con lui. Ho trascorso un anno con in testa parecchi pensieri distruttivi, poi una volta compiuti 18 anni presentai la domanda per diventare volontaria in ferma breve per la Marina Militare. Feci il Car di di 40 giorni a Taranto, quindi mi trasferirono al porto di Lignano Sabbiadoro, qui vicino».
Cioè lei a 18, da sola, ha fatto un po’ come Manuel Fantoni nel film ‘Borotalco’ di Carlo Verdone, imbarcandosi sul suo cargo battente bandiera liberiana. Audace.
«Sono sempre stata una sportiva e questo mi ha aiutata molto: sono cintura marrone di karate e ho praticato equitazione per tanto tempo. A Lignano, tuttavia, sono sono stati due anni bellissimi. E’ vero però: sono arrivata in Friuli che ero sola, con tutti i miei affetti di mamma, papà e mio fratello lontani. Molto».
Poi cos’è cambiato?
«Ho partecipato a diversi concorsi, fino a vincerne uno per entrare nel Corpo di Polizia Locale a Marano Ligure».
Dal mare alla laguna il passo è stato breve.
«Marano Lagunare è un paese bellissimo: tremila anime, un posto di pescatori. Certo, quando mi hanno vista arrivare…donna, in divisa e con l’accento del Sud…».

Voilà, il pregiudizio è servito.
«Beh, diciamo che all’inizio è stata dura, lo ammetto. Poi mi hanno spalancato non le porte, ma proprio il cuore».
Come c’è riuscita?
«Diciamo che anziché puntare tutto sulle multe, mi sono sempre accostata alle persone del posto con umiltà e soprattutto con il sorriso».
Pare abbia funzionato.
«Direi di sì».
Poi nuovo cambio di marcia.
«Già, negli ultimi otto anni mi è cambiata completamente la vita: ho conosciuto mio marito e, grazie a lui, la bici.
E qui la decisione drastica.
«Sì, a dicembre dell’anno scorso mi sono licenziata dalla pubblica amministrazione».
Sa che la maggior parte delle persone, soprattutto di questi tempi, il lavoro nel pubblico, più in generale un lavoro, se lo tiene ben stretto?
«Sì, ma io sentivo la mia voce interiore che mi parlava d’altro».
Cosa le sussurrava?
«Mi diceva di darmi da fare per regalare anche agli altri, e non solo a me stessa, la bellezza della bici e di questi luoghi».
Un consiglio che riversa nella sua nuova attività.
«Assolutamente sì. Noleggio bici muscolari, effettuo molte consegne a domicilio e poi mi dedico alla parte dei tour, delle cicloescursioni. Ad esempio realizziamo tour bici e barca. Per questo collaboriamo con aziende specializzate in questo tipo di trasporto fino ai casòn (casoni) dei pescatori in mezzo alla laguna verso la foce dello Stella».

Il Friuli è nelle preferenze di molti italiani a due ruote.
«C’è tutto un potenziale da raccontare. In questi anni ho praticato ultracycling, fondo, circuiti, diversi viaggi in bici tra cui quello che va dal Tarvisio a Santa Maria di Leuca, ho conosciuto le Alpi e ho effettuato alcune traversate tra Italia, Slovenia e Austria. Sono luoghi che vanno spiegati e vissuti».
Un’ultima domanda: con suo padre com’è andata finire?
«Si è rassegnato, ora mi augura il meglio».

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