Il ‘mio’ Trentino in bici e soprattutto a piedi è stata un’esperienza che credo mi porterò dietro a lungo. Quasi non saprei neppure da dove cominciare a raccontare., Ah sì..certo: dalla mia famiglia (!). Dopo diversi andirivieni Roma-Milano ho convinto le girls a soggiornare una settimana nell’Alta Val di Non, per la nostra prima vacanza nordica tutti insieme..vicini vicini.. Ancora adesso, a distanza di due giorni dal rientro, mi sento l’adrenalina addosso come fossi lì.
In bici alla maniera ‘friendly’, spensierati come Heidi
Lo scrivo subito a scanso di equivoci: il grosso della nostra vacanza si è svolto a piedi, con almeno una decina di escursioni importanti, ma l’esperienza sulle due ruote attive è stata comunque di rilievo e ci ha regalato una sensazione di benessere psicofisico prolungata.
Per il nostro soggiorno come campo base abbiamo utilizzato l’agritur Non solo Mele di Silvano Domenici a Romallo (a pochi chilometri da Cles, città principale della Valle di Non), seguendo pedissequamente le indicazioni (utilissime!) riportate sul portale Il Trentino dei Bambini e, ovvio, sul puntuale Bikeitalia. Quindi ci siamo ritrovati a pedalare in un tratto paradisiaco, ovvero quello compreso tra Cavareno e Fondo, a quaranta minuti d’auto da Trento.
Un anello (ciclabile) con cui dire Ti Amo Trentino
Si tratta di una pista ciclo-pedonale costituita da un anello della lunghezza di 25 km (prolungamento verso Don e Amblar, per un totale di 32 km) che si sviluppa su strade asfaltate o pavimentate e collega tra loro Romeno, Salter, Cavareno, Ronzone, Malosco, Fondo e Sarnonico. In realtà la parte più friendly è il tratto che da Fondo torna verso il paese di Romeno (o viceversa) nel verde attraverso gli sconfinati prati della località “Pradei”. Il tratto in questione è lungo circa venti chilometri, in gran parte pianeggianti e immersi in un contesto clamoroso! Sì, lo so bene, tutto sommato sono pochi chilometri e già vedo il ciglio in su da doganiere (cit.) dei ciclisti puristi abituati a ben altre imprese, ma noi abbiamo scelto di percorrere solo ed esclusivamente la parte con meno dislivello possibile (così è chiaro, vero?).
Io qui, ve lo scrivo subito, mi sono commosso. Anzitutto perché ho trovato un’accoglienza e una pazienza (rima voluta) inaspettate. Su tutti la cara, anzi carissima Monica Ianes di E-Max, il Bike e Camper operator di Cavareno che ci ha messo a disposizione delle biciclette a pedalata assistita…importanti. Per mia figlia si trattava della sua prima esperienza in e-bike e Monica, come osserverete in video, nonostante fosse alle prese con figli e nipotini ha seguito la mia piccola ovunque: prima ha predisposto la sua bici, poi si è assicurata che il casco fosse montato in maniera corretta, quindi dall’officina al primo piano ha pure portato il mezzo giù in strada. Non contenta, insieme alla sua allegra brigata ha corso insieme a me dietro a mia figlia mentre faceva il giro di prova attorno la Parrocchia di Santa Maria Maddalena. Vista da lontano la scena sembrava una di quelle in bianco e nero tipica di Peppone e Don Camillo. Se non è serietà, disponibilità questa.. non saprei come altro poterla definire! Ecco com’è andata!!
La bicicletta in Trentino è una cosa seria, in Alta Val di Non potrebbe essere addirittura un’esperienza mistica se solo si raccordassero i diversi tracciati già esistenti. Non sembra, proprio non te lo immagini, ma anche qui si avverte la mancanza di una cabina di regia capace di riempire i puntini e disegnare così l’elefantino finale come nella Settimana Enigmistica.
Anche la ricarica delle e-bike da queste parti è una cosa piuttosto seria. Cominciamo a parlarne qui, partendo proprio da Cavareno, da dove ci siamo incamminati in bicicletta.
Malga di Cloz e Revò: colonnine di ricarica per e-bike davanti le Dolomiti!
Nella bella road map a cura de Il Trentino dei Bambini spicca il giro «un po’ impegnativo» delle malghe di Provès. La malga è un pascolo delle Alpi Orientali e piano piano si sta tramutando in un rifugio, alla stregua di una stazione di posta in cui si accoglieva e si ridettava in sesto il viandante durante il suo lungo viaggio. Le famiglie proprietarie delle malghe hanno fiutato il business e alcune di loro hanno deciso di aprire le porte e soprattutto le loro cucine ai visitatori.
Chi non vuole camminare troppo può percorrere il versante che porta alle malghe di Cloz, Revò e Kessel. Un bellissimo percorso adatto a tutti, anche con il passeggino sportivo. Noi siamo stati nelle malghe di Cloz e Revò: bellezze da togliere il fiato e temperatura inferiore ai 16 gradi. Poi la gradita sorpresa: le colonnine di ricarica per e-ebike. Qui, a 1.800 metri, davanti alle Dolomiti di Brenta!
Livo: Il lavoro, le fate, le streghe, poi il brindisi di accoglienza con gli Alpini, il sindaco e l’assessora
Il giorno dopo aver pedalato lungo la ciclabile, seguendo sempre il portale-bussola Il Trentino dei Bambini, ci siamo spinti verso il percorso tematico Il Lavoro, le fate e le streghe. Ben 4 chilometri e mezzo (250 metri di dislivello) in Val di Non, sopra il paesino di Preghena (11 chilometri da Cles, in direzione Val di Sole), frazione del Comune di Livo. Faceva caldo e nel tratto di salita iniziale, pur se immersi tra i meleti infiniti che popolano la valle, abbiamo davvero penato le pene dell’Inferno.
Ma non sapevamo che le nostre fatiche sarebbero state presto ripagate. Anzitutto per via dei numerosi personaggi scolpiti nel legno che si susseguivano man mano che salivamo: aquile, gnomi, diavoli e streghe volanti come da short qui sotto!
Ma la sensazione più calda, più ‘piena’ (se possibile), lasciatemelo dire, l’abbiamo assaporata quando ci siamo ritrovati nel bel mezzo della Settimana della Montagna, evento di comunità montana che per l’occasione riunisce i Comuni di Bresimo, Cis e, appunto, Livo.
Tutto su invito (nientepopodimeno) degli Alpini della Val di Non. A tirarci dentro e a sfamarci a colpi di manzo, salsiccia e polenta sono stati loro insieme a Willy Zanotelli e Lycia Benedetti, rispettivamente sindaco e assessora alla Cultura e allo Sport di Livo. Una volta rifocillati abbiamo parlato di bici, di politica locale e di quotidianità..montanara: tutto intervallato da sorsi di grappa e di succo al mirtillo. Si badi bene: qui non siamo stati accolti come semplici ospiti, ma come appartenenti alla comunità locale! C’è una bella differenza: l’abbiamo percepito, l’ho percepito ed essendo io un tardo-romantico del secolo scorso, tutto ciò me lo ricorderò per parecchio tempo. Verificate voi stessi qui sotto, io intanto vado ad asciugarmi le lacrime perché, dannazione (!), mi sto commuovendo,
Castel Thun in bici? Si-può-fare!
E poi che non te la regali la ‘salitella’ da 250 metri con dislivelli da Coppa Cobram per arrivare a Castel Thun? Si tratta pur sempre del castello dimora della famiglia feudale Thun, una delle più potenti della regione. I Thun prendono il nome dal vicino paese Thon (qui siamo a Vigo di Thon). Mettiamo la bici al sicuro grazie legandola al bike park presente.
Il castello è situato su una collina, in posizione panoramica rispetto all’intera Valle di Non, è circondato da un complesso sistema di fortificazioni costituito da torri, mura, bastioni, cammino di ronda e fossato e risalente al Cinquecento. Alla stessa epoca risale la potente Porta Spagnola, oltrepassata la quale si accede al ponte levatoio e al primo cortile.Diamo un’occhiata agi spazi interni smisurati, in cui si conservano i ricchi arredi originari e un’interessante quadreria di famiglia. Da non perdere il Museo delle Carrozze a fine giro.
Castel Thun è stato acquisito nel 1992 dalla Provincia autonoma di Trento e dopo un attento e impegnativo intervento di restauro e studio è stato aperto al pubblico nel 2010.
Bolzano, più che freddo.. cool! In bici!
Nella nostra road map iniziale non era prevista e l’abbiamo inserita volentieri in corso d’opera. Tappa a Bolzano, nella terra della mummia Otzi. Qui più che del freddo siamo andati a caccia del vero cool: la bicicletta in città. E non abbiamo fatto davvero alcuna fatica a trovarla.
Trento, trotterellando al Muse
Con una bambina di otto anni al seguito impossibile non fare una scappata (insomma: tre ore e mezza di visita!) al Muse. il Museo delle Scienze di Trento. Una macchina del tempo che ci riporta indietro fino all’era primordiale, all’età del nostro sviluppo, passando per la coabitazione, molto spesso forzata, con specie diverse da noi. Poggiando l’orecchio per ascoltare il rumore della nostra evoluzione e gettando lo sguardo verso un futuro sostenibile.
Trentino a piedi…nudi: Percorso Kneipp in Val di Rabbi e Parco Nazionale dello Stelvio
Abbiamo quindi sconfinato in Val di Sole, più precisamente in Val di Rabbi. Qui abbiamo seguito due percorsi a piedi nudi uno meglio dell’altro: Percorso Kneipp per gli amanti dell’acqua e relax (con strepitoso parco giochi adiacente, come in foto e in video) e sentiero naturale nel Parco dello Stelvio.
Abbandonate le bici o voi che entrate nel Kneipp, ma non abbiate timore: il relax è appena oltre la staccionata all’ingresso. E voi che entrate nel Parco Nazionale dello Stelvio, fatelo in punta di piedi, con accortezza e rispetto: qui ha fatto tutto Madre Natura.
Il Trentino ha piste ciclabili da vendere: 400 km in tutto (fonte: Visit Trentino). E si possono percorrere in MTB, con bici da strada o, come nel nostro caso pedalando in e-bike. L’anno scorso io e la mia famiglia pedalammo lungo le ciclabili del Lago di Garda: fu davvero una bela sensazione. In Trentino segnaliamo anche il percorso che da Levico Terme attraversa la Valsugana.
Il Trentino, aggiungo io, è una terra magica, da vivere con cicloturismo o sentierismo a piedi (come avete appena visto anche…nudi!). Per completezza riporto in chiusura i nomi dei luoghi che abbiamo potuto visitare.
- Romallo
- Castel Thun
- Malga di Cloz e Revò
- Parco Fluviale Novella
- Meleto Val di Non
- Santuario di San Romedio
- Sentiero dei Sogni
- Val di Rabbi – Percorso Kneipp
- Parco dello Stelvio
- Livo
- Trento (Muse – Museo delle Scienze)
- Bolzano
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