La Città 30 bocciata dal Centrodestra e da…Francesco Guccini. Il caso di Bologna

L’idea della Città30 sta compiendo un mezzo miracolo: unire politicamente gli schieramenti di Centrodestra e Centrosinistra (o meglio: alcuni tra i suoi simpatizzanti più illustri) del Paese, come del resto gran parte degli italiani accomunati da una certa avversione per questo andamento lento. Da quello che sta accadendo in queste ore a Bologna, Città 30 dal 1 luglio, pare di intendere che si stia andando addirittura oltre il celebre ‘Patto della crostata’ del 1997, quando schieramenti tra loro diversi trovarono la quadra sulle riforme costituzionali grazie a un accordo informale nel corso di una cena tra leader.

In questo caso nessun patto (ufficiale) e neppure a livello locale, ma un rifiuto della Città30 piuttosto naturale, direi per inerzia, che accomuna il Centrodestra bolognese e.. il cantautore emiliano Francesco Guccini (!). Fa notizia che entrambi, da sempre schierati su posizioni diverse, boccino insieme e senza mezzi termini la Città30 cara a una parte del Centrosinistra.

Lega e Fratelli d’Italia raccolgono firme

Il Centrodestra ha messo in campo una doppia strategia per stoppare sul nascere l’iniziativa messa in atto dal sindaco Lepore. Lega e Fratelli d’Italia, contrari (almeno finora) al progetto hanno scelto due strade simili, anche se non identiche, per contrastarlo.

Come si spiega sul Corriere.it (edizione bolognese) il Carroccio ha dato il via a una raccolta firme per arrivare a un referendum che interroghi i bolognesi sulla scelta definitiva, partendo dalla premessa delle amministrative passate: «In quella sede – dice il capogruppo della Lega Matteo Di Benedettoun cittadino vota un complesso di idee, una visione politica o più semplicemente una o più persone in cui ha fiducia. In quella campagna elettorale si è parlato di Passante e tram, non certo di Città 30». Per Di Benedetto si tratta di una misura “strutturale” che ricadrà non solo sui bolognesi, ma «anche sulle centinaia di migliaia di persone che vivono in provincia».

Le ragioni del sindaco Lepore

Il sindaco Matteo Lepore la pensa diversamente e dice che «la Città 30 era nel programma elettorale e i cittadini, votandoci, hanno già fatto la loro scelta». Lo stesso primo cittadino in queste ore ha comunque detto di essere disponibile a un confronto, ricordando inoltre che questa è una sperimentazione di alcuni mesi (le prime multe scatteranno a inizio 2024) e che i limiti di velocità su viali e radiali (tra i tratti più percorsi in città) rimarranno comunque immutati (50 e 70 chilometri orari). Dunque innovare, sì, ma con cautela.

Fratelli d’Italia, invece, raccoglie firme per dire proprio NO alla Città 30: senza bisogno di indire un referendum. «Con la nostra petizione — spiega il capogruppo Stefano Cavedagnachiediamo ai bolognesi di dire no alla Città 30, perché è una scelta inutile e dannosa per i bolognesi». Per Cavedagna il problema sono «i tempi di percorrenza», che «si allungheranno in una città che ha già enormi problemi di traffico». Con la Città30 «aumenterebbero consumi e costi di carburante per tutti e anche l’inquinamento».

Finora Fratelli d’Italia ha raccolto 2.500 firme cartacee e 3.150 online, per un totale di 5.600 sottoscrizioni di contrarietà al provvedimento.

Il NO (un po’ a sorpresa) di Francesco Guccini

Ma il NO che più stupisce i difensori della mobilità sostenibile attiva arriva addirittura da Francesco Guccini, uno dei maggiori cantautori italiani dei nostri tempi ed esponente della canzone d’autore e spesso popolare, non esattamente di centrodestra, che vive tra la Toscana e l’Emilia Romagna.

«La città a 30 chilometri all’ora? Non ho la patente, ma ho fatto la prova con mia moglie Raffaella. Non si riesce: ci deve essere un piano diverso, bisogna privilegiare i mezzi pubblici». Così il cantautore 83enne al Chiostro Santo Stefano a Bologna nel corso di un dialogo pubblico con il cardinale Matteo Maria Zuppi, insieme a don Luigi Verdi della Fraternità di Romena in Toscana, sul tema della Memoria.

Ora, si potrà obiettare che sulla questione, da una parte, è intervenuto uno schieramento politico (muovendo leve consente dalla legge) mentre dall’altra c’è il parere contrario da parte di uno dei più grandi artisti dei nostri tempi. Di fatto, visto che la Città30 è a trazione di Centrosinistra, questa bocciatura è da considerasi proveniente da ‘fuoco amico‘.

In arrivo miglioramenti

Intanto dal Comune, tramite l’assessora alla Mobilità Valentina Orioli, fanno sapere che sono in arrivo ‘miglioramenti’, magari in grado di recepire le richieste dei commercianti, i quali non sembrano affatto gradire la Città30 pur dichiarando di volerci vedere chiaro, di volerci capire di più.

A parer mio le Città30 dovrebbero essere un modello diffuso, non da tollerare e basta. Un cavallo di Troia con cui scardinare il castello dei nemici della mobilità sostenibile, ancora e sempre arroccati dietro le loro paure ancestrali. Basterebbe, provare, sperimentare: non certo abolire.

 

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