Lavoro e bici, come si fa a fare di queso mestiere la propria passione? Rispondono La Ciclista Ignorante da Genova e il Cicloidraulico da Roma. E’ la diretta andata in onda un anno fa, via Twitter, all’epoca della prima ondata di Covid.
Dalla storia della vecchietta con la casa allagata per colpa di un vecchio flessibile, alla ciclofficina aperta a tutti, tranne a quelli che trattano le persone con arroganza.
Lavoro e bici, spaccati di vita quotidiana
Storie di vita a due ruote, di gente a cui piace andare in bicicletta. Quello che colpisce nel racconto di Adriana e Alessandro, i protagonisti di questa diretta, sono gli spaccati di vita che emergono. Entrambi volano alti, nel senso che vogliono conquistare a suon di sgomitate la loro fetta di mercato, ma lo fanno mantenendo una certa dignità. Una certa signorilità. Per esempio, Alessandro racconta che dopo che ha cambiato il flessibile alla nonnina terrorizzata non ha chiesto un centesimo e la signora, da par suo, ha ricambiato il gesto regalandogli una bottiglia di vino rosso. Altro che web marketing, flussi e profilazione cliente: qui c’è l’Italia dell’immediato del dopoguerra. Qui siamo al neo realismo di Vittorio De Sica.
E Adriana? Che si è messa sotto a studiare come una scolaretta, frequentando diversi corsi di meccanica e che adesso non sa davvero a chi dare i resti? Il suo bike to work se l’è fatto in officina. E’ lì il suo ufficio, grazie al quale mette in condizioni gli altri di utilizzare le bici come mezzo di trasporto in totale sicurezza.
Sono queste le storie che ci piace raccontare. Storie di gente che ha mollato furgone e comodità, rimettendosi comunque in pista sempre tra le persone normali. Storie da Vita a due ruote.