Le migliori ebike, ecco come sceglierle a tavolino

Le migliori ebike non si scelgono di corsa, sulla base di un gesto impulsivo perché si è modaioli. Le migliori ebike non si scelgono come si sceglie una t-shirt o un paio di pantaloni, magari in saldo.. che ci adattiamo pure a quello che si trova. O meglio: non va esattamente così e i criteri per una scelta saggia e studiata a tavolino, magari approfittando dell’estate che stiamo vivendo e in vista dell’autunno che arriverà, sarebbe bene conoscerli per tempo.

Eccovene qualcuno, con una premessa: nessuno ha la verità in tasca, i pochi punti e spunti che andrò ad elencare non saranno altro che un mix tra ciò che mi è stato spiegato a suo tempo da ‘quelli bravi’, coloro che ci sono passati prima di me, e l’effettiva validità dei loro suggerimenti che ho verificata nel tempo e nei diversi anni di pendolarismo a due ruote.

Modello ‘Quèlo’: chiediti dove andrai, la risposta è..dentro di te!

Farsi una domanda e darsi una risposta credo sia davvero il primo passo da compiere. Sì, ok, il grande Corrado Guzzanti ci arrivò per primo con il suo ‘Qèlo, e voi farete lo stesso. Certo, badate a non darvi la ‘risposta sbagliata’ come asseriva l’improbabile santone a chi gli telefonava per chiedere un aiuto sulla sua vita privata. Per questo va buttato giù uno schema come riportato qui sotto. E’ quello che usato io e mi è servito molto soprattutto per abbassare al massimo la soglia dei quasi ineludibili errori di valutazione che possiamo commettere quando ci troviamo agli inizi.

Funziona così: prendete carta e penna (niente tablet né smartphone e né pc) e mettetevi comodi. Come dite? Siete nervosi o andate di corsa? Allora rimandate il brainstorming, oppure rimediate con un’ottima tazza di thé (in caso vi rilassi), con una tisana, o con dell’eccellente musica jazz o da camera: chiedete ad Alexa e ai suoi derivati.

Se invece siete a corto di idee e non avete risorse, lasciatemi consigliarvi l’inarrivabile Bill Evans (‘Tu suonavi Bill Evans dicendo..quest’uomo è un fenomeno’, cit.) e il compianto Chick Corea, oppure l’intramontabile Sergei Rachmaninoff. Tutti colossi – pur se di nicchia – che on tradiscono mai le attese: garantito!

Bene, ora che vi siete dati una calmata e pensate di essere (più o meno) rilassati, dividete un foglio di carta A4 in due tirando giù una bella riga separatrice nel mezzo utilizzando una penna Bic di colore blu. A sinistra scrivete il titolo “Ma ‘sta bici a cosa mi serve?” e a destra “Modello ipotizzato“.

Quindi fate pace con voi stessi e interrogatevi, anche parlando ad alta voce. Vi vergognate? Chi vi sta vicino vi prenderà per matto? No, guardate, vi scrivo subito che non siete da Legge Basaglia, perlomeno non più di tanti altri, mentre, invece, avrete bisogno di tutta la confidenza e soprattutto la franchezza possibile con voi stessi per poter arrivare a scrivere la verità ‘più vera’, più utile, andando così a dama. Ecco come.

Lo schema da usare: a me (a suo tempo) è andata così

Ma ‘sta bici a che mi serve? Modello ipotizzato

1)Ad andare al lavoro in centro; Bici tradizionale, ruote grandi;
2)Ad andarci in treno; Ruote grandi-treno piccolo: no buono.Pieghevole?
3)Sì, ma una volta sceso dal treno l’ufficio dista almeno 20 minuti a piedi; Insisto: la pieghevole per l’ultimo miglio;
4)E per arrivarci devo pure percorrere una bella salita;
5) Odio sudare, lavoro come amministrativo e una volta arrivato
non mi posso certo cambiare la camicia business, peraltro di ottima fattura
e pagata pure un bel po’. Risposta ai punti 4 e 5: pieghevole Ebike!

Come potete osservare non c’è alcuna verità in tasca, non c’è trucco e non c’è inganno, ma solo logica deduzione una volta abbozzate alcune mappe concettuali: come da normali studi universitari in Scienze delle Comunicazioni.

La lista delle domande si poteva anche implementare (immaginatevi un ulteriore punto ‘6’ in cui si sarebbe tenuti conto di eventuali strade sconnesse o sanpietrini: in quel caso più di qualcuno, non io, avrebbe perfino scartato perfino la mitica Brompton per puntare a un mezzo sì pieghevole, sì a pedalata assistita, ma con ruote tipo ‘fat’).

Ah, lo schema funziona anche in caso dobbiate e volgiate considerare l’acquisto di un monopattino elettrico. Quale tragitto vorreste percorrere? Dove alloggiarlo una volga arrivati a destinazione? Una delle differenze peculiari sta nella necessità di individuare una presa di corrente per la ricarica. Almeno i modelli legali e noti (tra cui il mio , infatti, allo scoccare dei 25 km vanno messi sotto tensione. meglio farlo prima e non sempre ci sono prese disponibili.

Insomma, come avrete capito…. a ciascuno il suo. E, probabile, la risposta non sarà la stessa che avrebbe potuto darvi…Quèlo!

Buona scelta e buona strada!

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