Opinioni Incluse – Città del Giro: Fiab Bike Pride Torino e la missione di riportare ossigeno e bici tra le auto

Bello, bellissimo avere i riflettori puntati durante il Giro d’Italia. Ma nei luoghi che a maggio ospiteranno la kermesse si va in bici sì o no? Come ci si muove abitualmente? Durante la settimana la bicicletta giace in cantina a vantaggio di auto, moto e scooter oppure ‘si fa il fioretto’ dei buoni propositi e ci si muove a due ruote lente? Cominciamo il viaggio nelle Città del Giro e lo facciamo attraverso Opinioni Incluse, rotocalco in streaming del blog Vitadueruote, portando a favore di (web)camera i referenti per la ciclomobilità di alcune tra le tante città che ospiteranno il Giro d’Italia. Partiamo da Torino.

«Torino ha ancora una percentuale altissima di persone che si muovono in auto», spiega la presidente di Fiab Bike Pride, Elisa Gallo. Bike Pride è un’associazione culturale aderente a FIAB ed ECF che ha come missione principale la promozione culturale della bicicletta e lo sviluppo della mobilità nuova (mobilità dolce e pedonale, trasporto pubblico, sostenibilità ambientale sicurezza stradale), attraverso la sensibilizzazione a vario livello di interlocutori istituzionali, di imprese e di cittadini. E’ l’organizzatrice dell’evento annuale “Bike Pride”, che dal 2010 ha portato per le strade più di 100.000 persone in bicicletta. Insomma: il termometro della ciclomobilità torinese c’è e, purtroppo, al momento segnala ancora parecchi malanni.

Le Città del Giro – Torino In collegamento Elisa Gallo e Diego Vezza, presidente e vicepresidente di Fiab Torino Bike Pride. Vezza presiede anche la Consulta della Mobilità Ciclistica e della Moderazione del Traffico. Photo credits d’apertura: Marco Alberto Malagnino – Reflextribe.com

Il dato è dell’Anfia, Associazione l’associazione delle imprese operanti nella filiera auto, secondo il quale dal 2010 al 2019 Torino ha registrato una crescita delle vetture registrate da 544mila a 554mila; nello stesso lasso di tempo la popolazione è scesa da 907mila a 870mila, e il rapporto è dunque salito dal 60% al 63,7%. Come a dire che aumentano le auto in città e si fanno pure meno figli: indicatori sociali tra loro slegati, certo, ma se li unisci ti deprimi. E dall’operosa Torino te l’aspetti, ma fino a un certo punto.

«Qui ci si muove tantissimo in auto – spiega a Opinioni Incluse Elisa Gallo – e l’aria è tra le più inquinate d’Europa: il problema di come ci si muove diventa anche un problema di salute. Un dato drammatico, soprattutto nel 2022 in cui gran parte delle città d’Europa sta riducendo l’uso dell’auto in città. Va promossa la mobilità attiva, a piedi e in bicicletta così da restituire spazio e qualità della vita e dell’aria alle persone».

Un compito alto, per questo tutt’altro che facile da svolgere. « Dal 2013 ‘dorme il Biciplan’ (Piano urbano del traffico in cui si delineano direttrici e circolari dei nuovi lati ciclabili da realizzare, ndb)» dice Diego Vezza, vice presidente di Fiab Torino Bike Pride e presidente della Consulta della Mobilità ciclistica e moderazione del traffico. «Un documento messo nero su bianco, un progetto completo che riguarda l’intero territorio comunale e che negli anni, pur se con gran fatica, si cerca di attuare, di rendere cantierizzabile. Certo, ogni ciclabile solleva sempre una grande polemica, ma è scritto, è stato approvato che quest’infrastruttura debba esserci».

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