Il Paese apre alla ciclabilità ma sulla sicurezza stradale siamo all’anno zero. E ancora: la parte estetica (la vernice) dev’essere il mezzo, non il fine. A Opinioni Incluse, breve rotocalco streaming nel piccolo blog Vitadueruote.it, tanta carne al fuoco da discutere in poco tempo. Tutto grazie a due ospiti d’eccezione: da una parte Paolo Pinzuti, fondatore di Bikeitalia (testata giornalistica tra le più accreditate sul tema, ndb), Ceo di Bikenomist nonché showrunner della prima Fiera del Cicloturismo a Milano e del recente MobilitArs a Reggio Emilia, un simposio di esperti con cui responsabilizzare le amministrazioni e chiedere una città senz’auto; dall’altra Matteo Dondé, architetto urbanista tra i più noti nel nostro Paese, ma soprattutto esperto di moderazione del traffico, pianificazione della mobilità ciclistica e (tema a me ultra caro) riqualificazione degli spazi pubblici.
Specificare ‘cavalieri’ e skills in questo caso non è importante, ma fondamentale. Chi sa…racconta…spiega: avevo almeno 10 a testa, ma per rispettare i tempi ‘internettuali’ mi sono dovuto trattenere. A forza. Dondé fa il punto della situazione nel giro di un minuto: «Dobbiamo creare una nuova cultura del traffico – esorta l’architetto – l’Italia ha abdicato al controllo delle regole in strada. Se continui a essere considerato uno ‘sfigato’ solo perché queste regole le rispetti…difficilmente diventeremo un Paese ciclabile».
Faccio scorrere 50 secondi di Istantanee con dentro un anno di duro lavoro da parte dello staff di Bikeitalia e Bikenomist. Le immagini non ‘girano’ per proselitismo, ma perché, a tutti gli effetti, Fiera del Cicloturismo e MobilitArs non vanno affatto tenuti a mente come fossero innocui e genuini passatempi con cui far trastullare quattro ciclisti quattro (magari pure nerd o mariti reietti in sella lontano dalle mogli!), bensì momenti importanti di Comunicazione. Appuntamenti ormai sempre più inseriti in un’agenda ciclomobilistica che più passa il tempo più diventa fitta e partecipata.
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