Paura della bicicletta e paura di attraversare la strada: sì, a Milano e purtroppo non solo qui, fa proprio Novanta, esattamente come il noto proverbio! Lo dicono i numeri, lo dice la gente, lo dicono le famiglie di chi ha perso un proprio caro, ‘reo’ di aver preferito la pedalata oppure di attraversare la strada a piedi: magari facendo addirittura il bravo, usando cioè le strisce pedonali. Ma andiamo con ordine, che a leggere certi studi.. lì sì che si deve avere paura!
Paura della bicicletta
Altro che ‘pedalare senza fretta’ come canta Riccardo Cocciante, qui in tutta fretta «le persone stanno tornando a utilizzare altri mezzi, in particolare bus, metro e auto, perché la bicicletta fa paura». Così Mario Abis, docente di Ricerche psicosociali e Statistica e Ricerche di Mercato allo Iulm, la libera università privata di lingue e comunicazione, intervistato da Il Corriere della Sera. Abis è anche consulente del Gruppo G124 di Renzo Piano. Insomma: se c’è un professionista in grado di scattare una foto la più nitida possibile al movimento di ciclomobilisti quotidiano che pedala o, meglio, che dovrebbe pedalare nella città definita da sempre La Locomotiva d’Italia, questo è proprio Abis. In attesa che queste foto vengano sviluppate, ovvero che lo studio dello Iulm venga ultimato e divulgato, ‘accontentiamoci’ dei primi negativi osservati in controluce.
Impressioni (negative) di settembre. Abis parla di un calo del 20 per cento «nell’intenzione di utilizzare la bicicletta tra coloro che la usavano abitualmente a Milano nei sei mesi successivi a una serie di incidenti mortali». Insomma la gente si è impressionata, ha una paura del Diavolo e dunque smette di andare in bici! What else? Potrebbe andare peggio? Beh..potrebbe venire a piovere (cit. Frankenstein Junior). Ma qual è il casus belli, la scintilla che sta alimentando questo senso di sfiducia? Tutto porta alla morte di Luca Marengoni, travolto mentre andava a scuola in bici (8 novembre 2022), e ad altri incidenti mortali (sei) che hanno riguardato sempre ciclisti.
All’attenzione di Abis c’è la velocità con cui cambiano le abitudini in città (su un campione di 2.300 milanesi, tra i 15 e i 70 anni) in ticket con la Makno ricerche, la società di cui è presidente e fondatore. Il dato che emerge è un uppercut al mondo delle due ruote lente: a mollare sono proprio le persone che avevano cominciato a usare ogni giorno la bicicletta e adesso rinunciano per paura di fare la stessa fine di altri pionieri. Che botta! E siamo a Milano.
A Roma, così come al Centro-Sud, non ne parliamo proprio: qui andiamo a sensazione in strada. Sono ancora pochi quelli che come me usano la bici per muoversi ogni giorno; una situazione un po’ diversa rispetto a Milano. Lì a suo tempo la fiducia era scattata, la ciclomobilità si stava man mano diffondendo mentre ora, invece, comincia a venir meno. A Roma, al contrario, della bicicletta si fidano ancora in pochi: «mejo ‘aa maghina», il leit-motiv che si trascina dalla notte dei tempi, oppure il più pratico scooter, vero grimaldello della mobilità capitolina. Un po’ pochino in vista dell’imminente Giubileo del 2025 e della Candidatura di Roma all’Expo 2030. L’amministrazione attuale, così come quella precedente, fa quel che può. Tuttavia appena parli di chiudere la Ztl ai mezzi più inquinanti e di provare a ridurre il traffico veicolare in città, la gente (a torto o ragione magari lo vedremo più avanti) rivendica il diritto al parcheggio: sempre, comunque e dovunque.
Paura di attraversare la strada: a Milano si protesta sulle strisce!
Ma a Milano, così come altrove, la paura fa Novanta anche per i pedoni, mica solo per i ciclomobilisti. Come scrive lo stimato Paolo Pinzuti, Ceo illuminato di Bikenomist e fondatore di Bikeitalia, da giovedì 21 settembre prenderanno il via le proteste contro la violenza stradale. Ripeto: violenza stradale, un tema che investe (in tutti i sensi!) ciclisti, ciclomobilisti e pedoni. Gente comune, insomma, non qualche ciclista simpatizzante da Coppa Cobram e basta!
Il primo episodio della protesta (pacifica) avrà luogo giovedì 21 settembre. «La forma scelta – spiega IlPinz dalle pagine del suo giornale – promette di garantire la paralisi totale della circolazione a Milano: un flusso ininterrotto di persone percorrerà a piedi e senza sosta gli attraversamenti pedonali sulla cerchia dei bastioni in prossimità dei nodi chiave della viabilità cittadina». E che je voi dì?

Dati Asaps: quasi 300 morti dal 1 gennaio al 17 settembre
Intanto che i pedoni lustrano suole e tomaie in vista della protesta e mentre i ciclisti scoraggiati riconsegnano le loro bici al proprio rivenditore o le ripongono in cantina e nei box, ‘gustiamoci’ il bel report tutto rose, fiori e.. lumini (!) targato Asaps. Eh sì, proprio quell’Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale che qualche presidente di categoria ‘arguto’ mi sconsigliò a suo tempo di prendere in considerazione perché non aggregava bene i dati, perché remava contro il mondo delle biciclette eccetera eccetera. L’Asaps, il cui presidente Giordano Biserni è ogni tanto stato ospite nella mia rubrica in streaming Opinioni Incluse, qui su questo blog, in collaborazione con Sapidata, ha appena pubblicato on line il Report in tempo reale dell’Osservatorio Pedoni.
I dati emersi indicano che la mattanza stradale è sempre in corso: ben 294 vittime dal 1° gennaio al 17 settembre 2023. «Questo dato è parziale – spiega Aasaps nella sua premessa ormai abituale – e non tiene conto dei feriti gravi che molto spesso perderanno la vita negli ospedali anche a distanza di mesi. Istat infatti conta solo i decessi nei primi trenta giorni dal sinistro. Nell’ultima settimana sono stati ben 16 i decessi tra gli utenti più vulnerabili, con la morte di un bimbo di 18 mesi schiacciato dall’auto di un parente a Portogruaro (VE) e l’ultimo episodio di domenica 17 a Milano con un 28enne ucciso da un “pirata” della strada, che non si è fermato a prestare soccorso dopo il sinistro».
Ma il male peggiore, ammesso che ci si possa avventurare in paragoni tra ‘peggiore’ e ‘migliore’, si annida proprio nei posti considerati più sicuri, inviolabili rispetto ad altri. «Molti pedoni sono stati uccisi nel luogo più sicuro, sulle strisce pedonali dei centri urbani, nonostante sia prevista la perdita di 8 punti dalla patente in caso di mancata precedenza da parte dei conducenti di veicoli. O addirittura mentre camminavano tranquilli sul marciapiede. Nel Lazio è una vera strage con 48 decessi, un sesto del totale, di cui ben 26 a Roma. Ma i dati sono molto preoccupanti in Campania con 35 morti – tre negli ultimi sette giorni – segue la Lombardia con 32, il Veneto con 28 – oltre al bambino anche l’investimento del Prorettore del Politecnico di Mantova, ucciso sulle strisce a Garda (Verona) e l’Emilia Romagna con 27 vittime». Meditiamo, gente, meditiamo!
Il nuovo Codice della Strada
Come invertire la rotta? Tema ultra-complesso: in diversi Paesi europei sono stati stanziati soldoni e si garantisce certezza della pena a chi trasgredisce. In Italia si comincia a intuire una stretta con il nuovo Codice della Strada, che a ottobre comincerà il suo vero e proprio iter parlamentare dopo il ritorno in Consiglio dei Ministri del disegno di legge sulla sicurezza stradale e la delega per la riforma del Codice. Prevista una nuova stretta su guidatori ubriachi, drogati e distratti dal telefono.
Per fermare la strage stradale il governo vuole “tolleranza zero per chi guida drogato o ubriaco”. Sarà introdotto il divieto assoluto di assumere alcolici a seguito di condanne per reati specifici e l’obbligo di installare un “alcolock”, un dispositivo che impedisce al motore di accendersi se il tasso alcolemico del conducente è superiore allo zero. La stretta riguarda anche i neopatentati, a cui sono interdette per 3 anni le auto di grossa cilindrata, e i monopattini per i cui conducenti scatta l’obbligo di casco, targa e assicurazione.
Davvero esistono autovelox buoni e cattivi? Una delle misure più attese è senza dubbio lo stop agli autovelox considerati «selvaggi». Qui però, almeno per me, entriamo in un campo minato: davvero c’è un autovelox buono e uno cattivo? Oppure quest’ultimo è quello che stanga sempre nei punti dove corrono tutti? Tema complesso, ma il rischio è quello di accontentare una parte delle pance di un certo elettorato, visti addirittura i recenti atti vandalici commessi nei confronti di alcuni tra questi sanzionatori stradali. Ad ogni modo, con l’esame definitivo e il via libera di lunedì 18 settembre il disegno di legge entra nel vivo e il Governo punta alla sua approvazione in Autunno.
Nel frattempo chi crede preghi, ma se per farlo vuole recarsi in Chiesa a piedi, stia sempre molto attento ad attraversare la strada sulle strisce e soprattutto, aspetti che prima…ehm.. passino tutti, ma proprio tutti!. I ciclomobilisti, invece, se ne facciano una ragione: restano sempre sulle balle a gran parte degli automobilisti e a prescindere dalle diverse ere politiche che il nostro Paese vive. Brecciolino!
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