Piste ciclabili a Milano, tutte o quasi per i monopattini elettrici

E’ vero o no che le piste ciclabili a Milano sono quasi tutte ad appannaggio dei monopattini elettrici? Se state pensando che sia la provocazione da quattro soldi per provare ad acquisire una manciata di visite in più sul sito vi sbagliate. Ecco di seguito perché.

La Procura milanese ha raccolto e quindi diffuso una serie di dati che testimoniano come in questo periodo ci sarebbero più mezzi in sharing rispetto a quelli ammessi. Flussi di numeri che indicano un surplus di monopattini elettrici nelle cosiddette ‘flotte’ per le società contemplate tramite il tradizionale bando del Comune lombardo.

Ci ha lavorato su il Dipartimento Ambiente, salute, sicurezza e lavoro ed è emerso questo: rispetto ai 750 mezzi che ciascuna compagnia in sharing può mettere in strada, alcuni avrebbero anche dichiarato di averne altrettanti nei propri magazzini e di farne circolare il doppio. Un’altra azienda pare abbia dichiarato di farne girare altri 200 in più rispetto ai 750 consentiti.

In parole povere è come se si giocasse una partita di calcio in 12/13 uomini contro 11. C’è chi la definisce concorrenza sleale, chi invece una vera e propria manna dal cielo ‘così si troverà sempre un monopattino elettrico in sharing ogni volta che se ne avrà bisogno’. Va anche sottolineato, infine, che ciascuna azienda paga al Comune una quota ‘x’ su ogni monopattino, ma soltanto per la quota parte, ovvero per i 750 mezzi consentiti a ciascuno.

Attendiamo fiduciosi le proteste puntuali del popolo dei ‘maghinari‘, pronti a scendere in piazza (pardon.. in strada) pur di inveire contro l’ingiusto sforamento. Già immaginiamo fior di economisti stracciarsi le vesti contro la violazione del mercato equo quando finora ogni tariffa di ogni maledetto mercato, di qualsiasi comparto si parli, è stata sempre considerata libera o comunque, nel migliore dei casi, assai poco …calmierata. Concorrenza sleale nei confronti del mercato auto? Ma magari si riuscisse soltanto ad accorciare un po’, giusto un po’, il gap tra i due comparti. Al momento c’è un abisso. E nel frattempo la Mercedes, che in realtà produce dei capolavori a quattroruote e non avrebbe probabilmente bisogno di annichilire il già stentato mercato della mobilità dolce (almeno in Italia) esordisce in tv con uno spot che mostra una ragazza con la bici in spalla sulle scale, con una bella voce fuori campo che recita: ‘Viaggi impegnativi’? eccetera eccetera.. E’ ‘guera’ (sì, con una erre sola).

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