Ciclovie e marketing territoriale faranno ripartire una quota dell’economia italiana. E’ il segnale lanciato dal Report ‘Italia in bici: scenari, protagonisti e indotto‘, realizzato da Repower, Gruppo attivo nel settore energetico e della mobilità sostenibile, e Università IULM.
Cicloturismo e impatto economico: chi pedala vince
Il quadro è a tinte chiare, c’è poco da fare, e per vederlo adesso si sta pure accalcando una piccola folla di mecenati pronti a commissionarne anche di nuovi. I pittori, del resto, non mancano affatto. Prima della pandemia di COVID-19, infatti, il movimento dei viaggiatori in bici in Europa produceva un impatto economico stimato in 44 Miliardi di euro, già superiore al comparto, ad esempio, delle crociere: un dato impressionante che ha trovato ulteriore impulso nell’ultimo biennio, anche grazie all’ingresso di nuove fette di utenti in questa forma di turismo.

Agli addetti ai lavori il dato è noto, ma vale la pena ricordarlo: il fenomeno della e-Bike ha prodotto 44% in più di vendite in Europa nel 2020 in confronto all’anno precedente. Sicuro volàno economico, che tra l’altro consente alle aziende di tornare a controllare più da vicino la filiera produttiva, e quindi l’inizio di un processo di rientro di competenze dal Far East all’Europa (o all’Italia, come nel recente caso di Bianchi), riportando nel vecchio continente ulteriore valore e lavoro. Insomma, se è vero che le-bike volano è pure vero che fanno da volàno!
Ciclovie e marketing territoriale
I casi de L‘Eroica e della Via Francigena -Sul fronte infrastrutturale (light) la tendenza va assecondata sviluppando sempre più ciclovie, itinerari ciclabili a medio-lunga percorrenza, attingendo a piene mani anche dal bacino di vecchi tracciati ormai dismessi (laddove Trenitalia, anzi Rfi, non optasse per far ripartire le tratte d’un tempo). Alle ciclovie, si legge nel report, «si legano logiche di design dell’esperienza, manutenzione e comunicazione correlate al marketing territoriale, di cui itinerari ciclabili di successo come il percorso de L’Eroica, la Via Francigena e molti altri sono eccellente espressione». Oltretutto «le ciclovie e le ciclabili diventano oggigiorno anche la scelta dei nuovi pendolari che hanno scelto di abbandonare le quattro o le due ruote a motore per abbracciare la bici».
Quanto si risparmierebbe in salute – Secondo i dati del report “The Benefits of Cycling (2018) dell’ECF (European Cyclists’ Federation) un maggiore utilizzo della bicicletta condurrebbe a un risparmio in spese sanitarie fino a 110 miliardi di euro e di 3 miliardi di litri di carburante annui e altrettanti grazie alla riduzione di inquinamento ambientale e acustico. Le ciclovie, inoltre, decongestionano anche le strade trafficate, con un risparmio stimabile in 6,8 miliardi di euro l’anno.

Marketing territoriale – Il cicloturismo va a coinvolgere non solo le destinazioni più note, ma favorisce lo sviluppo anche di aree meno frequentate. Secondo le stime FIAB (Federazione Italiana Ambienbte e Bicicletta), ogni euro investito in ciclovie ne restituisce 3,5 al territorio, e a progetto ultimato ogni chilometro di percorso genera un indotto annuo sulla zona attraversata di 110.000 euro. Una rete strutturata e ben diffusa di ciclovie potrebbe portare, sempre secondo FIAB, 2 miliardi di euro annui nelle casse italiane.
DINAclub, network di ricarica per ebike lungo i tracciati
La creazione di nuove opportunità sul mercato cicloturistico passa anche dalle scelte dei singoli operatori del territorio, che sia a livello individuale che in forma associata possono far crescere il livello di servizio. Repower ha creato DINAclub, il primo network di ricarica per e-Bike con il quale punta ad elettrificare le ciclovie d’Italia.
DINA è la prima rastrelliera per e-bike targata Repower, realizzata dallo studio del designer Compasso d’Oro alla carriera Makio Hasuike, che consente di parcheggiare sette e-bike e ricaricarne quattro in contemporanea. Con il QR code associato a ogni DINA è possibile entrare nella community e partecipare alla ‘gamification’ per riscattare gratuitamente mappe territoriali di komoot, piattaforma leader per la pianificazione e navigazione di percorsi outdoor con 22 milioni di utenti in Europa.
Insomma, volere è potere e dal virtuale si può accedere al virtuoso. Da una parte, infatti, abbiamo l’83% dei cicloturisti che dichiara una curiosità diffusa per il territorio in cui soggiorna; dall’altra esiste una nutrita fascia di utenti che non viaggia in bicicletta, ma la sceglie volentieri per vivere specifiche esperienze sul territorio, aprendo la porta ad ulteriori sviluppi dell’offerta turistica. Ad esempio e il 54% dei turisti enogastronomici gradisce l’opportunità di prendere parte ad un itinerario in bicicletta o e-bike. Come poter ignorare un bacino d’utenza così ampio e ostinarsi ancora a proporre modelli a forte attrazione turistica solo con strutture dal famoso ‘posto auto incluso’?
La versione completa del report ‘Italia in bici’ è scaricabile qui.