Percorrere i nostri sentieri in bicicletta regala soddisfazioni e ci fa sentire vivi. Ma dobbiamo rispettare madre natura che ci mette a disposizione, gratis, tutte queste meraviglie, provando a sentirci suoi «ospiti». E’ quanto emerso nella nuova puntata di Opinione Incluse, rotocalco in streaming di Vitadueruote: ospiti nello studio virtuale Gaia Ravaioli, pluricampionessa mondiale di Mountain Bike con l’endurance nel cuore, e Albano Marcarini, urbanista ma soprattutto cartografo e sentierista.
E’ così pericoloso pedalare nei parchi in mezzo a chi pratica trekking, alle famiglie con bambini e persino chi va a cavallo? «In alcuni casi sì», spiega Gaia Ravaioli. «Regolare la velocità del proprio andare sta alla coscienza del singolo, al proprio senso civico e al rispetto nei confronti di chi utilizza i sentieri». Insomma: bisogna pensare che non si è soli. «In Liguria abbiamo la fortuna di avere una rete sentieristica importante, alcune località sono proprio rivolte alla mountain bike: Finale Ligure, ad esempio, è considerata la Mecca dell’Mtb. Alcuni sentieri sono noti per essere percorsi solo da queste ultime, ci sono cartelli che avvisano i pedoni. Purtroppo non è sempre così. Esistono percorsi misti per camminatori e biciclette, quindi in quel caso bisogna rendersene conto e affidarsi al buon senso».
Le commistioni pericolose sono anche nel cuore di chi i sentieri li disegna su un acquarello o ne mappa i dettagli. «Secondo me – osserva l’esploratore Albano Marcarini – non ci sono buoni o cattivi ciclisti: ci sono buone e cattive persone ed non bisogna generalizzare. Certo, quando tu entri in un’area naturale protetta devi assumere determinati atteggiamenti: il principale di questi è che non sei a casa tua, ma in casa della natura, in quella degli animali e quindi devi comportarti come se tu fossi un ospite. D’altronde ti piacerebbe forse entrare in casa con le scarpe sporche di fango e pulirti sul tuo tappeto in soggiorno? Quando entri in un parco la prima regola è questa: non disturbare».