Sicurezza stradale ed educazione civica sono due rette parallele che prima o poi si incontreranno. Nell’attesa, intanto che contiamo morti e feriti, purtroppo vale ancora il postulato di Euclide e in strada ognuno si regola da sé, affidandosi più alla propria coscienza e meno al timore reverenziale di commettere crimini una volta seduto al volante. Ecco di seguito a che punto siamo: partiamo dai pedoni, cioè tutti noi quando camminiamo a piedi. E attenzione alle eventuali misure aggiuntive in arrivo per chi si muove in bicicletta.
Pedoni: dati sconfortanti
Parliamoci chiaro: è una mattanza e almeno in teoria non si sa ancora bene come arginarla. I numeri dei pedoni deceduti in Italia sono da bollettino di guerra: sì, anche se li torturiamo fino a far confessare loro una verità meno cruenta che possa in qualche maniera addolcire la nostra percezione dell’argomento. I dati Asasps (Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale) sono impietosi: ben 78 (settantotto!) pedoni deceduti in neppure due mesi del nuovo anno. Il tabellone, che a vederlo qui sotto sembra quello della tombola a Natale, è realizzato su dati aggiornati al 18 febbraio 2023. Attenzione massima alle fonti: il contatore è parziale, con dati rilevati dalle notizie di stampa e dai referenti Asaps sul territorio. Per gli anni conclusi, invece, si prende in esame il Report fornito da Aci-Istat nel luglio successivo all’anno di riferimento.
Nell’attesa di numeri anche più ufficiali, insomma, ‘rallegriamoci’ intanto con quelli di Aasaps, che forniscono una prima lettura dell’andazzo che sta prendendo anche l’anno appena incominciato.
Di seguito la mappa con la geolocalizzazione degli incidenti. Roma, Milano, Napoli, Firenze e Reggio Emilia sono alcune tra le zone più calde in questo senso. Ma buttarla solo sul mal comune mezzo gaudio non ha davvero senso. Milano, ad esempio, ha un territorio considerato più piccolo rispetto alla capitale, quindi è da considerarsi una situazione più o meno grave delle altre?. Il discorso da fare, semmai, è un altro: una vita spezzata resta comunque una vita spezzata e ricordare a tutti dove stiamo andando, chi in un modo chi in un altro, resta sempre un dovere professionale.
Sicurezza stradale: per i ciclisti in arrivo targhe e frecce?
I dati forniti da Asaps sono confluiti in un’interrogazione parlamentare a risposta immediata da parte del ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini.
Di seguito il testo integrale della risposta fornita dal ministro. Attenzione al passaggio più che delicato su monopattini e biciclette: si parla di introdurre targhe e frecce attraverso un disegno di legge delega per la la riforma del Codice cella Strada attuale.
A marzo riunione con addetti ai lavori. «Ho convocato per marzo una riunione con associazioni di volontariato, con l’Associazione familiari e vittime della strada, Polizia Municipale, Polizia stradale e tutti i soggetti previsti, dai ciclisti agli automobilisti e agli autotrasportatori. Quindi, prevenzione ed educazione, da un lato – stiamo investendo 4 milioni di euro per campagne di sensibilizzazione – e sanzione, dall’altro, perché l’incremento degli incidenti causati da chi guida sotto effetto di stupefacenti, in particolare cocaina, è sconfortante, come di quelli causati da chi guida ubriaco, in condizioni indecenti. Quindi, stiamo lavorando per una revisione delle sanzioni non solo penali, ma anche accessorie per chi uccide sotto effetto di alcol o stupefacenti, perché non possa più compiere simili reati per il resto dei suoi giorni».
Bici e monopattini: targhe, frecce e nuovo Codice della Strada. «Stiamo lavorando per una revisione del codice della strada, che è vecchio di 30 anni, su monopattini e biciclette per la sicurezza di chi li guida e di chi ci ha a che fare, casco, immatricolazione, targa e frecce per garantire maggiore sicurezza. Stiamo lavorando per presentare un disegno di legge delega per la riforma del codice della strada, dopo che verrà approvato, entro il 31 marzo, il nuovo codice degli appalti».
Più personale per verificare lo stato delle strade ed elevare le multe. «Infine – l’ho scoperto da poco – al Ministero che ho l’onore di guidare, ci sono 2.300 unità di personale che, stando a quanto previsto dal codice della strada, hanno la qualifica e la tesserina di Polizia stradale, quindi possono valutare lo stato delle strade e possono anche elevare contravvenzioni. Piccolo problema: l’ultimo corso specifico risale al 2008. Quindi, entro l’anno in corso, faremo dei nuovi corsi per 1.000 persone in più che, oltre ad avere il tesserino in tasca e, quindi, a viaggiare in metropolitana e in autostrada in una certa maniera, possano effettivamente portare maggiore sicurezza lungo le strade italiane, e questo verrà fatto a partire dai prossimi mesi, dopo 15 anni di assoluto silenzio».
‘Roma sulla strada sicura’, la nuova campagna di comunicazione del Comune
Nella capitale si fanno prove di convivenza tra sicurezza stradale ed educazione civica, E’ partita lunedì 20 febbraio la Campagna di comunicazione “Roma sulla strada sicura” – realizzata da Roma Servizi per La Mobilità, in collaborazione con l’Assessorato alla Mobilità e Roma Capitale – per sensibilizzare i cittadini al rispetto delle regole e a tenere un comportamento corretto alla guida.
La campagna si incentra su tre messaggi:
1) evitare l’uso dell’alcol prima di mettersi alla guida;
2) evitare distrazioni utilizzando lo smartphone
3) rispettare i limiti di velocità.
I tre punti sono espressi in creatività grazie ad altrettanti manifesti affissi lungo le strade, sulle tabelle degli autobus Atac, sui grandi impianti a led, sui palazzi in restauro, sulle paline e le pensiline alle fermate. Previsti anche post sui social istituzionali e annunci radio.
I numeri della Campagna. Questi alcuni numeri della campagna che sarà “on air” per circa un mese e ripetuta periodicamente per tutto l’anno: 1000 manifesti distribuiti su tutto il territorio; pannelli installati su 200 paline degli autobus, 139 pensiline led, 16 grandi Impianti led su palazzi storici e 400 tabelle autobus.
Sicurezza stradale, quanto costa?
Ma al di là di eventuali campagne di questo o quell’Ente Locale, quanto costa investire nella sicurezza stradale? Ecco quanto si spende su scala nazionale per mettere in sicurezza le strade e per ammodernare la viabilità. Il podio è occupato da Venezia, Torino e Firenze, mentre la maglia nera, con il terzultimo posto in classifica, va proprio a Roma. Ce lo svela un’indagine di Openpolis e il dato, come in legenda, è aggiornato a l 17 marzo 2022: dunque è abbastanza recente.
Breve considerazione a margine: non è affatto detto che i 235,90 euro pro capite messi in campo da Venezia (amministratori bravi comunque) risolvano del tutto la questione. Ricordiamoci che la classifica cita unicamente le amministrazioni che hanno speso più delle altre; da qui a concludere che siano stati centrati gli obiettivi preposti ce ne vuole. Certo che se permane un dubbio su quelli virtuosi..figurarsi sugli altri!
Incidenti stradali, i dati della Commissione Ue
La Commissione europea ha rivelato i dati preliminari sui decessi da incidenti stradali relativi al 2022. Con il ritorno del traffico ai livelli pre-pandemia, nel 2022 le vittime della strada sono state circa 20.600, in aumento del 3% rispetto al 2021. A confronto con il 2019, anno precedente la pandemia, la tendenza è tuttavia in calo con 2.000 vittime in meno (-10%). L’obiettivo dell’UE e dell’ONU è dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2030.
Ciclisti, gli unici di cui non diminuiscono le morti. Se da un lato è estremamente positivo il fatto che in molti Stati membri la bicicletta acquisisca sempre maggiore importanza all’interno del mix di mobilità, dall’altro lato destano preoccupazione i dati che riguardano il numero di ciclisti uccisi sulle strade dell’UE. «Poiché continuano soprattutto a mancare infrastrutture adeguate – spiega il rapporto Ue – tra i vari utenti della strada i ciclisti sono l’unico gruppo non interessato da un significativo calo di incidenti mortali nell’ultimo decennio. In Francia, ad esempio, i dati preliminari per il 2022 rivelano un aumento del 30% degli incidenti mortali per i ciclisti rispetto al 2019».
Sulle strade extraurbane si rischia di più. Stando ai dati risalenti al 2021 (per il 2022 non sono ancora disponibili dati dettagliati) nell’UE il 52% delle vittime ha perso la vita su strade extraurbane, il 39% in aree urbane e il 9% in autostrada. Ogni 4 vittime della strada, 3 erano uomini (78%). Sul totale delle vittime della strada, il 45% erano conducenti o passeggeri di autovetture, il 18% pedoni, il 19% utilizzatori di veicoli a motore a due ruote (motociclette e ciclomotori) e il 9% ciclisti.
Nelle aree urbane la situazione appare invece molto diversa e in alcuni casi controversa: gli utenti della strada vulnerabili (pedoni, ciclisti e utilizzatori di veicoli a motore a due ruote) hanno rappresentato poco meno del 70% del totale delle vittime.
Peccato che qui da noi il conto dei pedoni morti in strada faccia venire la pelle d’oca.