Strade scolastiche e aria irrespirabile, i nostri figli ci guardano e scendono in piazza con Street For Kids

Le strade scolastiche sono un’urgenza da perseguire a tutti i costi. Il 93% dei bambini nelle città di tutta Europa respira aria inquinata e a livelli considerati critici dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ecco spiegato perché la giornata di mobilitazione ‘Street For Kids’ rimane scolpita a chiare lettere nei calendari delle agende di Bruxelles.  

Oggi migliaia di bambini e bambine in tutta Europa sono scesi in strada con girotondi e biciclettate per chiedere più strade scolastiche e per lanciare la petizione Basta aria inquinata intorno alle scuole. Con la petizione si chiede ai leader europei di fissare obiettivi ambiziosi di riduzione dell’inquinamento dell’aria, che siano del tutto in linea con le ultime evidenze scientifiche.

Gli effetti dell’inquinamento in età pediatrica

Un bambino su 10 soffre di asma. L’aria inquinata è assai dannosa per la salute dei bambini e causa danni permanenti ai polmoni ancora in via di sviluppo. L’esposizione all’inquinamento atmosferico può portare asma, malattie respiratorie croniche e ritardo nella crescita. L’asma, soprattutto tra i bambini, è in aumento in tutta Europa: in Italia ne soffre un bambino su dieci e circa il 5% è affetto da una forma di asma grave.


L’asma, come rilevano importanti strutture ospedaliere, rappresenta ormai la causa principale di ricovero in pronto soccorso ed è la prima condizione cronica tra le cause di assenze a scuola.

L’iniziativa: in Italia una decina le città coinvolte

In Italia sono state una decina le città coinvolte nella giornata di mobilitazione europea “Streets for Kids”, con quasi un centinaio di  iniziative proposte. La richiesta alle Amministrazioni di associazioni, genitori e insegnanti è chiara: più “strade scolastiche”, cioè la chiusura al traffico delle strade su cui si affacciano le scuole. La campagna andrà avanti fino al 2030.

Le strade scolastiche sono uno strumento utile a ridurre l’inquinamento dell’aria nelle immediate vicinanze delle scuole. A Londra, ad esempio, è stato dimostrato che  hanno ridotto i livelli di biossido di azoto fino al 23% e diminuito sensibilmente il traffico veicolare lungo tutto l’arco della giornata.

Strade scolastiche: (almeno a parole) il 70 per cento è favorevole

Il consenso attorno alle strade scolastiche c’è.  Secondo un’indagine realizzata da Clean Cities   il 70% degli intervistati si dichiara favorevole alla loro realizzazione. Purtroppo, però, siamo ancora in fase embrionale, con progetti che pur se articolati e redatti da professionisti e professioniste illustri, non riescono ancora a ricavarsi la cornice che meriterebbero  su scala nazionale.

Bicibus e pedibus, ad esempio, ancora adesso sono strumenti sconosciuti ai più, eppure in alcune città vengono utilizzati ormai da tempo. A Genova, Torino e in alcuni Municipi di Roma, infatti, tutto questo è reso possibile grazie all’iniziativa di genitori attenti oltreché dall’opera ‘misericordiosa’ e pionieristica messa in atto da diversi volontari. tanta forza di volontà alla base, visto che prendere accordi con la dirigenza scolastica di ogni plesso ed elaborare una strategia ad hoc senza ricevere l’aiuto dei Municipi di riferimento è davvero avvilente.   

Roma, l’episodio dello Scuolabus mai partito a nord del XV Municipio    

Poco, in proposito, ancora molto poco fanno invece le amministrazioni pubbliche, gran parte delle quali incapaci di stanziare somme per coprire del tutto, ad esempio gli scuolabus. Si va a macchia di leopardo: in alcuni punti della città il servizio, stra-utile nello stappare quadranti congestionati,  funziona, in altri no.

In un quartiere di Roma Nord tendente alla Roma bene (XV Municipio alto, tanto per dare riferimenti, ndb) non è stato addirittura possibile ripristinare il servizio navetta in voga nell’era preCovid. Diversi i motivi alla base dell’insuccesso finale: uno su tutti la pessima comunicazione, tendente allo zero assoluto, da parte dell’Ente Locale verso le famiglie potenzialmente interessate e riguardante i tragitti che avrebbe percorso lo stesso Scuolabus. Qui siamo anche oltre al problema costituito dal pagare un servizio che in realtà dovrebbe incentivare a tutto spiano la voglia di lasciare l’auto a casa, così da accompagnare e riprendere i nostri figli a scuola in modo civile.  

Tra maggio e luglio scorso, il periodo in cui i genitori erano stati chiamati a decidere se aderire o no, di certo c’era solo il prezzo da pagare: 50 euro al mese. Non trapelava null’altro, invece, a proposito di tempi e modalità di erogazione del servizio. Tradotto: tu intanto sottoscrivi, poi se lo Scuolabus passa sotto casa tua (o nei pressi) oppure no lo saprai solo all’ultimo. Fate vobis!

Tutte premesse che, com’era logico che fosse, alla fine hanno concorso al mancato raggiungimento della platea minima per (ri)attivare un servizio utile e che avrebbe consentito di togliere diverse auto dalla zona scolastica, ora strangolata da suv, crossover e utilitarie varie. Se era questo il tentativo istituzionale di decongestionare le strade che portano a scuola, impedendo ai bambini di respirare aria inquinata alle 8 e alle 16/17 del pomeriggio in entrata e uscita da scuola.. siamo all’anno zero e, anzi, complimenti ai dirigenti preposti!   

Strade scolastiche realtà ma altrove!

Intanto nelle grandi città europee le strade scolastiche sono già una realtà: 500 a Londra, 170 a Parigi, 120 a Barcellona. In Italia solo (poche) sperimentazioni, spesso lasciate all’iniziativa volontaria di genitori, con scarsi risultati in termini di efficacia, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza. 

«Tante bambine e bambini occuperanno le strade, con giochi, girotondi, disegni, bici. Lo fanno insieme ai loro genitori, per affermare il loro diritto a respirare aria pulita, ad avere spazio per giocare, a muoversi in sicurezza da casa a scuola»,  ha commentato Anna Becchi, coordinatrice della campagna Strade Scolastiche per Clean Cities Italia e spesso ospite a #Opinioinccluse, il rotocalco streaming in onda su Vutadueruote.it. «Con questa mobilitazione in tutta Italia e in tutta Europa, chiediamo ai sindaci di impegnarsi per chiudere tutte le strade di fronte alle scuole materne, primarie e medie entro il 2030, cominciando dal nuovo anno scolastico».  

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