Alessio, la cargo e un pianoforte sulla spalla

Una cassapanca, una lavatrice e…un pianoforte sulla spalla. Eccolo Alessio, il più giovane corriere in bici di Roma. A bordo della sua cargo il pianoforte l’ha trasportato per davvero. Non inganni quello che dice di fare: il ragazzo (ragazzo un corno, ha trentacinque anni!) è uno che conta molto prima di parlare e molto poco prima di pedalare. Quasi sempre, appunto, a bordo della sua Bullit. 

“Sto lavoro è da paura”, attacca in diretta sul Gruppo Facebook ‘Vita a Due Ruote‘. “Certo, devi avere una grande passione per la bicicletta’. Ma non solo. Oltre alle consegne, l’impresa per cui lavora (Corro) si occupa anche del recupero dei monopattini in sharing.  ‘

Nà cartaccia’, direbbero a Roma di fronte a un compito è difficile, un po’ come quando dal mazzo da gioco peschi una carta inservibile. I ragazzi di Corro, però, la cartaccia la giocano lo stesso e ogni giorno vanno in giro in bici rimettendo in sesto i mezzi, così da restituirli utilizzabili a chi ne ha davvero bisogno. Certo, poi capita che la cartaccia esca davvero dal mazzo. Come quando trovi i monopattini gettati lungo la riva del Tevere. E allora da una parte ti incazzi e maledici il fatto che sei nato e che sei costretto a vivere in una città del genere. Dall’altra, però, ti si stringe il cuore nel vedere gente come Alessio che si rimbocca le maniche, allarga le ali e si trasforma nell’angelo custode della mobilità dolce che tutti vorrebbero.

Sentiamo spesso dire che nelle nuove generazioni non c’è passione, non c’è attenzione alla cosa pubblica. C’è disinteresse per tutto quello che li circonda. Invece loro ci mettono il cuore. Come quella volta in cui dovettero consegnare un rondone, un piccolo uccello migratore, da una parte all’altra della città. Una storia come tante, tranne che per un aspetto: “Quando siamo andati a ritirarlo -spiega Alessio – ce lo hanno dato così: a mani nude, senza alcuna protezione per il trasporto. Allora un collega ha preso una scatola grande, l’ha traforata per farci passare l’aria dentro e così lo abbiamo potuto portare con noi, in sicurezza”. 

Storie dell’altro mondo. Storie a due ruote.

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